Ruggero Settimo (1778-1863) è stato una delle figure politiche e militari più importanti del Risorgimento italiano, noto per il suo ruolo nella rivoluzione siciliana del 1848 e per essere stato il primo presidente del governo rivoluzionario siciliano.
Ruggero Settimo nacque il 19 maggio 1778 a Palermo, in una nobile famiglia siciliana. Ricevette un’educazione di alto livello, con studi incentrati su diritto, scienze politiche e discipline militari. Fin da giovane mostrò un forte interesse per le questioni politiche e militari, maturando idee progressiste sull’amministrazione dello Stato.
Nei primi anni del XIX secolo, Ruggero Settimo entrò a far parte della Marina del Regno di Sicilia, distinguendosi per le sue capacità strategiche. Partecipò attivamente alla difesa del regno contro le minacce napoleoniche e ottenne diversi incarichi di rilievo. Nel 1809, fu promosso al grado di brigadiere e poi contrammiraglio.
Nel 1812 Ruggero Settimo giocò un ruolo importante nella riforma costituzionale del Regno di Sicilia. Questa portò all’adozione di una costituzione di ispirazione britannica, sebbene sia stata poi abolita nel 1816 con l’unificazione del Regno delle Due Sicilie sotto Ferdinando I di Borbone.
Dopo il 1816, Ruggero Settimo si allontanò progressivamente dall’amministrazione borbonica, criticando il centralismo del governo di Napoli che sopprimeva l’autonomia siciliana. Divenne un punto di riferimento per gli ambienti liberali e autonomisti siciliani, promuovendo riforme politiche e amministrative.
Negli anni ’30 e ’40 del XIX secolo, le sue idee si fecero sempre più radicali, sostenendo l’indipendenza della Sicilia dal governo borbonico.Quando, il 12 gennaio 1848 scoppiò la rivoluzione siciliana, un’insurrezione contro il dominio borbonico, Ruggero Settimo era pronto.
Egli divenne il leader della rivolta e, nel marzo dello stesso anno, fu nominato Presidente del Governo Provvisorio di Sicilia. Il suo governo cercò di ottenere il riconoscimento internazionale dell’indipendenza siciliana, ricevendo simpatie dal Regno Unito e dalla Francia, ma senza successo. Sotto la sua guida, la Sicilia adottò una nuova Costituzione e dichiarò l’indipendenza dai Borbone.
Tuttavia, dopo una campagna militare del generale Carlo Filangieri, nel 1849 le truppe borboniche riconquistarono l’isola. Ruggero Settimo fu costretto all’esilio. Dopo la caduta della rivoluzione, Ruggero Settimo si rifugiò a Malta, dove fu accolto con rispetto dalle autorità britanniche. Continuò a sostenere la causa dell’unità italiana e mantenne contatti con altri esuli e patrioti italiani.
Nel 1860, dopo la spedizione dei Mille di Garibaldi e l’annessione della Sicilia al Regno d’Italia, Ruggero Settimo fu chiamato a Torino da Vittorio Emanuele II. Qui, ricevette grandi onori e fu nominato senatore del Regno d’Italia nel 1861.
Ruggero Settimo morì a Malta il 12 maggio 1863. Dopo la sua morte, le sue spoglie furono traslate a Palermo e sepolte con solenni onoranze. Ruggero Settimo è ricordato come un simbolo della lotta per l’autonomia siciliana e per l’unità d’Italia. A lui sono intitolate numerose strade e piazze in Sicilia, a Palermo gli è stato riservato spazio proprio nel cuore pulsante della città. La Piazza Ruggero Settimo, dominata dal Teatro Politeama, dalla quale parte via Ruggero Settimo, che porta a Piazza Verdi dove si staglia il Teatro Massimo, il più grande d’Italia.



