Più di duecento persone hanno partecipato, tra sindaci, frantoiani, olivicoltori e cultori dell’olio, alla presentazione del progetto: “L’Olivicoltura delle aree interne (Monti Sicani, Basse Madonie e Vallone): concentrare l’offerta attraverso grandi O.P.”, che si è tenuto presso l’oleificio Trainito, C.da “Montoni” nel territorio di Cammarata.
Al convegno hanno partecipato Salvatore Trainito ideatore del progetto; Franco Marino, Responsabile delle “Città dell’olio di Sicilia”; Mauro Lo Bue, Agronomo, Responsabile della O.P. Oro Sicilia; Manfredi Barbera Presidente S.P.A. Barbera; Dario Cartabellotta, Direttore Dipartimento Agricoltura Regione Sicilia; Salvatore Oliveri Responsabile della Condotta Agraria di Lercara Friddi; nonché i sindaci: Vitale Gattuso, Castronovo di Sicilia, Giuseppe Montesano, Vallelunga; Angelo Conti, Valledolmo; Benito Giunta, Roccapalumba e Salvatore Oliveri responsabile della Condotta Agraria di Lercara Friddi. Ha moderato l’incontro Mario Liberto, Direttore del giornale “Sicilia Agricoltura”.
L’iniziativa è stata organizzata dal commercialista e imprenditore Salvatore Trainito che ha tenuto a precisare: “l’obiettivo è quello di raggruppare la produzione olivicola dei monti Sicani e del Vallone, e veicolarla attraverso una delle più prestigiose industrie oleari siciliane che da tre generazioni occupa il mercato nazionale e internazionale dell’olio: S.P.A. Barbera”.
Alla fine della tavola sono intervenuti di versi olivicoltori che hanno chiesto chiarimenti sulle modalità del funzionamento dell’O.P., dei suoi vantaggi e delle modalità d’associarsi.
Da sempre il paesaggio delle aree interne, e non solo, ha avuto come elemento dominante e caratterizzante l’olivo che, insieme al vino e al grano, hanno dato vita a quella triade alimentare che ne ha contrassegnato la civiltà.
L’attività olivicola, dopo quella cerealicola-zootecnica, costituisce la risorsa economica più rilevante del panorama economico delle aree interne della Sicilia Occidentale.
All’olivo sono anche associati diversi aspetti come quelli culturali, storici, territoriali, economici produttivi, etnoantropologici, ma anche paesaggistici, etc. L’influenza millenaria dei fattori ambientali, sociali e culturali ha determinato nelle terre interne siciliane una varietà di sistemi e paesaggi dell’olivo.
Inoltre è presente un’enorme ricchezza, in termini di biodiversità, di varietà ed ecotipi locali, che non trova riscontro in nessun altro luogo, risorse che scaturiscono dalla combinazione di una serie di circostanze storiche e ambientali senza eguali che, favorendo nel corso di lunghi secoli di olivicoltura l’acclimatazione e l’insediamento delle diverse varietà, ha fatto della regione un territorio unico sul piano della vocazione alla coltura dell’olivo e della sua produzione.
L’olio delle aree interne si caratterizza per la morbidezza, la ricchezza polifenolica e l’intensità di fruttato, un alimento che ha fatto sempre parte della nostra vita, delle nostre tavole, della nostra cultura.
Si tratta di un patrimonio produttivo che apre nuovi orizzonti, soprattutto se si riesce ad attivare ulteriori meccanismi nel processo di conoscenza del mondo dell’olio a prodotto riconosciuto da tutti i consumatori nella sua eccellenza, da scoprire e valorizzare sotto numerosi punti di vista. Una coltura che nei secoli è stata da sempre l’emblema dell’economia circolare.
Considerato che il consumo mondiale dell’olio extravergine di oliva è limitato ad una popolazione del 3/4%, ci si rende conto della grande potenzialità e opportunità che l’olivicoltura può ancora dare.