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Servizio Antincendio Boschivo

by Enzo Crimi
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Il mio primo pensiero in questo post è per tutti coloro che sono caduti nello spegnimento incendi e sono vicini a Dio e anche per le loro famiglie.

In questo periodo, ci stiamo avviando verso la stagione estiva e con essa arriva il disastroso fenomeno degli  incendi, ed ecco che immediatamente emerge ancora  una volta la fragilità e lo stato di abbandono ed incuria in cui versa il territorio siciliano. Nell’ultimo decennio, a causa degli incendi, sono andati distrutti in Italia oltre 300.000 mila ettari di bosco e terre naturali che rappresentano poco più del 3% dell’intera superficie boscata nazionale, questo dovuto alla disattenzione, all’imprudenza e soprattutto al dolo. Purtroppo, é risaputo che tale perdita non viene idoneamente rimpiazzata dalla rinnovazione naturale né attraverso il rimboschimento artificiale. Gli incendi boschivi si concentrano prevalentemente nei mesi di luglio e agosto, con una coda rilevante a settembre. All’interno delle aree protette, ricade il 27% della superficie territoriale totale percorsa dal fuoco e di questa, il 28% é boscata.

La fonte dei dati che andremo ad analizzare più avanti in questo elaborato e che riguardano gli incendi degli ultimi 10 anni,  è stata attinta dalle Relazioni tecniche annuali del JRC – Joint Research Centre-EU  o Centro Comune di Ricerca – Dipartimento della Commissione Europea (da adesso in avanti identificato come JRC), che fornisce conoscenze ed elementi scientifici indipendenti, sulla base dei dati mappati, registrati e sviluppati dall’EFFIS – European Forest Fire Information Sistem o meglio Sistema Europeo di Informazione sugli Incendi, (da adesso in avanti identificato come EFFIS). Questo sistema informativo sugli incendi che interessano il continente europeo, é diventato operativo nel 2000 ed è sostenuto dal lavoro di ricerca svolto presso il JRC, supportato da altri servizi della Commissione europea e con i dati ufficiali forniti dai  Paesi europei contributori ( Per l’Italia sino alla fine del 2016, informazioni prodotte dal Corpo Forestale dello Stato). Istituito dalla Commissione Europea (CE) in collaborazione con le amministrazioni nazionali dei vigili del fuoco e da una rete di specialisti dei paesi del cosiddetto gruppo di esperti sugli incendi forestali, EFFIS ha lo scopo di armonizzare nell’UE e nei paesi limitrofi, le informazioni aggiornate e affidabili relative alla protezione delle foreste contro gli incendi che interessano l’Europa e il Mediterraneo. Il sistema fornisce un monitoraggio continuo della situazione riguardo gli incendi boschivi, la mappatura delle aree bruciate su scala europea e invia regolarmente aggiornamenti dei servizi alla CE durante la principale stagione degli incendi. L’insieme di notizie basate su informazioni provate e ricevute dalle  autorità italiane sul tema specifico degli incendi boschivi, vengono utilizzati per sostenere  le politiche dell’Unione Europea, in modo da avere un impatto positivo sulla società. Nel tempo EFFIS si è sviluppato ed è in continua espansione, i moduli originali di previsione del pericolo di incendio e valutazione dei danni sono stati migliorati e sono stati accresciuti con moduli aggiuntivi. Dall’anno 2015 EFFIS fa parte del programma Copernicus dell’UE, che é la componente di osservazione della Terra del programma spaziale dell’Unione Europea che guarda al nostro pianeta e al suo ambiente a beneficio di tutti i cittadini europei. Nell’ambito del Servizio di Gestione delle Emergenze (EMS), “Copernicus”  è il programma che utilizza enormi quantità di dati globali provenienti da satelliti e da sistemi di misurazione terrestri, aerei e marittimi e offre servizi di informazione che attingono dall’osservazione della Terra satellitare e dai dati in situ (non spaziali) e  aiutano i prestatori di servizi, le autorità pubbliche e altre organizzazioni internazionali a migliorare la qualità della vita dei cittadini europei. I servizi di informazione forniti sono accessibili agli utenti del programma in modo libero e gratuito.

Appare utile avvertire chi legge questo scritto e per come messo in chiaro da JRC nel suo rapporto di mappatura e divulgazione, che i dati riportati nei propri reports incendi che abbiamo acquisito, elaborato, redatto e che leggerete di seguito sono ufficiali, tuttavia, per certi versi sono sicuramente da considerare orientativi perché  in difetto in quanto, il modulo di rilevamento delle aree percorse dal fuoco di EFFIS, utilizza le immagini satellitari cosiddette “MODIS” che hanno una risoluzione spaziale al suolo di circa 250 metri. Tali parametri di riferimento che quantificano il grado di dettaglio delle immagini, consentono solo la mappatura degli incendi di grandi superficiche hanno un’estensione di almeno Ha. 30 o anche più, mentre restano fuori dal monitoraggio le superfici minori che spesso sono consistenti, in particolare nel territorio italiano. Questa aporìa, non dovuta certo ad una leggerezza culturale e del sapere scientifico, sembra piuttosto trattarsi di una debolezza strategica tecnologica che purtroppo, si ripercuote nell’analisi dei dati riguardo gli incendi come numero, estensione delle superfici e definizione tipologica del soprassuolo percorso da incendi. Tale condizione rende complicata un’armonizzazione e uniformità reale, tra i sistemi di rilevamento europei da un lato e la redazione e segnalazione degli Enti preposti italiani dall’altro lato ( Sino alla fine del 2016, informazioni prodotte dal Corpo Forestale dello Stato). Per gli addetti ai lavori, risalta subito una catalogazione squilibrata e ampiamente al disotto della realtà quantitativa nei reports europei, mentre nella effettività nazionale riportata anche negli inventari forestali, i terreni percorsi dagli incendi sono molto più estesi e conseguentemente i danni maggiori. Ad ogni modo, la consapevolezza di tale anomalìa è riconosciuta dalle istituzioni europee, tanto che riconoscono che i terreni percorsi da incendi mappati da EFFIS corrispondono realmente, in media dal 75% all’80% circa dell’area totale bruciata ogni anno (fonte JRC), dunque ai sottoelencati dati, statisticamente vanno aggiunte le percentuali appena riportate sopra.

Incendi in Italia e Sicilia nel decennio 2013 – 2022.

Nel 2013 sull’intero territorio nazionale si sono verificati 2.936 incendi boschivi che hanno percorso una superficie complessiva di 29.076 ettari, di cui 13.437 boscati. Rispetto al precedente anno 2012, il numero complessivo di incendi boschivi è diminuito del 65%, mentre le superfici totali percorse dal fuoco sono diminuite di quasi l’80%. Il dato risulta essere tra i più bassi dell’intera serie storica, ben al di sotto delle medie di lungo periodo. La superficie totale percorsa dal fuoco in Sicilia è di Ha.5.089, dei quali Ha. 2.083 boscati, mentre il numero degli incendi complessivo è di n°458.

Nel 2014 in tutto il Paese ci sono stati 3.257 incendi boschivi che hanno bruciato un’area totale di 36.125 ettari, di cui 17.320 boscati. La Sicilia è stata investita dal grande caldo africano ed è cresciuto anche il fenomeno incendi, infatti, si sono verificati 938 incendi boschivi che hanno percorso una superficie complessiva di 20.555 ettari, di cui 9.079 boscati.

Nel 2015 sull’intero territorio nazionale si sono verificati 5.442 incendi boschivi che hanno percorso una superficie complessiva di 41.511 ettari, di cui 25.867 boscati e 15.644  non boscati.  Rispetto al periodo 2000-2014 sono risultati inferiori alla media sia il numero di incendi (-18%) che le superfici totali percorse dal fuoco (-46%); le superfici boscate interessate rappresentano il 62% del totale dell’anno, rispetto al 48% della media di ripartizione nel lungo periodo.  Questa diminuzione degli incendi, secondo gli esperti è segno di una buona efficienza complessiva nelle azioni di contrasto, lotta attiva e contenimento da parte della macchina organizzativa, nelle sue componenti terrestre e aerea, nonché delle azioni di prevenzione e repressione svolte a livello investigativo contro gli autori del reato di incendio boschivo, ai sensi dell’art.432bis del codice penale. In Sicilia, si sono verificati 830 incendi che hanno percorso una superficie complessiva di 6.547 ettari, di cui 2.234 di superficie forestale boscata ed ettari 4.313 di superficie non boscata, dunque, una diminuzione degli incendi rispetto all’anno precedente.

Dal 1° gennaio a fine novembre 2016, su scala nazionale, si sono verificati circa 4.793 incendi che hanno interessato una superficie complessiva di ettari 47.926 circa, dei quali Ha.21.444 boscati, tale aumento in rapporto al 2015, viene associato a fenomeni climatici particolari. A fronte di tale situazione si sono registrati profondi mutamenti nel tessuto sociale ed economico del Paese che saranno oggetto di riflessione e scambio d’idee tra esperti del mondo accademico, tecnici, politici ed amministratori, tutti tentano di capire i mutamenti e gli sviluppi associati al fenomeno tristemente presente nel panorama nazionale degli incendi boschivi, che rappresentano una grave piaga per il nostro Paese che torna puntualmente alla ribalta ogni estate. Sul territorio siciliano si è registrato un accrescimento, infatti, sono verificati 841 incendi che hanno percorso una superficie complessiva di 16.102 ettari, di cui 5.252 di superficie forestale boscata ed ettari 10.850 di superficie non boscata.

Il 2017 è stato un anno da record in tutta Europa e la Sicilia è stata la regione italiana con la superficie bruciata più estesa: 34.221 ettari totali di cui Ha.15.785 di bosco e circa n°1.113 incendi. Anche a livello nazionale la campagna antincendio non è stata incoraggiante, i dati definitivi hanno registrato un trend negativo di grande rilevanza nell’aumento degli incendi boschivi che sono stati circa n° 7.855, un dato importante che necessita di particolare attenzione, infatti, sull’intero territorio nazionale sono andati distrutti circa 161.987 ettari di superficie, dei quali Ha. 113.567 boscata.

Nel 2018, grazie alle abbondanti piogge e alle temperature più basse, si è avuto un calo drastico dei terreni percorsi da incendi boschivi del 90% rispetto al 2017 che è stato invece un anno terribile. Infatti, gli incendi sono scesi a n°3.220 che hanno percorso Ha.19.481, dei quali Ha. 8.805 boscati. Anche sul territorio siciliano nel 2018, si è avuto un calo drastico dei terreni percorsi da incendi boschivi, infatti, sono stati accertati n° 522 incendi e una superficie percorsa dal fuoco è stata Ha. 10.674, dei quali Ha.3.915,4.

L’analisi della campagna antincendio in Italia del 2019, a causa delle alte temperature si è chiusa con un energico incremento dei terreni boscati percorsi da incendi di circa il triplo rispetto al 2018 che è stato invece un anno modesto riguardo gli incendi boschivi. Infatti,  nel 2019 gli incendi boschivi sono saliti a n°4.351 che hanno percorso Ha.36.034, dei quali Ha.17.716,9 boscati.  Sul territorio siciliano la superficie interessata dagli incendi nel 2019 é stata di Ha. 10.734,1, dei quali  1.929,2 Ha. boscati, gli incendi sono stati n°819.

Anche nel 2020 gli incendi a livello nazionale hanno fatto un grande balzo avanti rispetto agli anni precedenti. Il territorio della nostra penisola ha subìto circa 4.865 incendi per una superficie di circa 55.656,5 ettari, dei quali Ha. 31.060,3 boscati. Il maggior numero di incendi in Italia si è verificato in Sardegna, seguita da Campania, Calabria e Sicilia dove c’è stata un’impennata del numero degli incendi con il 56% in più rispetto al 2019 e anche della superficie boschiva bruciata. Infatti, nel 2020 gli incendi nella nostra isola sono stati n° 575 ed  hanno mandato in fumo 23.447 ettari di verde dei quali Ha.11.627.  Circa il 25% delle zone divorate dal fuoco in Europa si trovava all’interno dei siti Natura 2000, le aree di biodiversità dell’UE.

Dall’analisi della campagna antincendio 2021, è emerso che l’Italia ha centrato un nuovo record negativo, infatti, luglio 2021 é stato il mese piu’ caldo di sempre in Europa e l’Italia è stata la prima per incendi dei terreni boscati. Il territorio italiano nel 2021 è stato interessato da circa 5.989 incendi che hanno mandato in fumo 151.964 ettari di aree verdi ed Ha. 77.027,1 boscati, con un costo per il nostro paese di oltre un miliardo di euro tra costi relativi al personale regolare e straordinario, costi di manutenzione e usura dei mezzi di terra e dei velivoli, quelli sostenuti per il ripristino della compagine boschiva, danni causati dalla diminuzione della produzione di prodotti del sottobosco. Una tragedia che ha interessato in modo particolare tre Regioni: Calabria e Sardegna, tuttavia, più di tutte è la Sicilia ad aver sofferto delle ferite più profonde, con n° 978 incendi e oltre 59.872 ettari di verde bruciati, dei quali Ha.29.947 boscati.

Il 2022 è stato il 2° peggiore anno per gli incendi di sempre nell’Unione Europea, infatti, é andata bruciata complessivamente una superficie di 837.212 ettari e i danni causati dagli incendi, hanno superato quelli del 2021 e sono inferiori solo a quelli del 2017. Circa 365.308 ha sono state  mappate all’interno dei siti protetti della rete Natura 2000 che hanno subìto n° 3324 incendi. Anche per numero di incendi il 2022 è stato un anno eccezionale: dal rapporto preliminare del Sistema europeo d’informazione sugli incendi boschivi (EFFIS) che precede la relazione annuale finale di ottobre 2023, gli incendi sono stati oltre 2000 mila. Mentre l’Italia ha perso 68.510 ettari di superficie, della quale circa 14.000 boscata a causa di 1.426 incendi,  la Spagna è stata la più colpita dagli incendi e tra i 5 Paesi europei più colpiti ci sono anche  Romania, Portogallo, Bosnia-Erzegovina e Francia. In Sicilia, si sono verificati 830 incendi che hanno percorso una superficie complessiva di 6.547 ettari, di cui 2.234 di superficie forestale boscata. Quella del 2022 è stata una campagna antincendio caratterizzata dal concomitante fenomeno della siccità considerata la peggiore degli ultimi 500 anni e da ondate di calore estivo che hanno colpito l’Italia e tutto il continente europeo. Sia la siccità che le ondate di calore estive sono favorite dal cambiamento climatico, a cui dunque si può associare l’aumento della gravità degli incendi di questi ultimi anni. Anche nel Nord Italia, in zone che tradizionalmente non risultano particolarmente coinvolte dal fenomeno degli incendi boschivi durante la stagione estiva, si sono verificati importanti incendi che hanno messo a dura prova il sistema di protezione. Tuttavia, il maggior numero di richieste antincendio è partito da Sicilia e Calabria, che insieme hanno rappresentato circa il 50% del totale nazionale.

Secondo alcune stime dell’EFFIS, ogni anno sono oltre 45.000 gli  incendi boschivi di grandi dimensioni che si verificano in Europa, interessando oltre mezzo milione di ettari tra foreste e altre terre boscate e naturali. Il sistema fornisce informazioni aggiornate sull’evoluzione degli incendi boschivi e purtroppo le notizie per la stagione antincendio riguardo il corrente 2023 non sono molto confortanti. Infatti, Spagna, Portogallo e  Francia sin dai primi mesi del 2023 si stanno confrontando con incendi di una certa ipervirulenza che in qualche misura è collegata alla persistente siccità in Europa. Sia la siccità che le ondate di calore estive sono favorite dai cambiamenti climatici in corso, causati dalle deleterie emissioni in atmosfera che stanno giocando un ruolo sempre maggiore nel determinare i regimi degli incendi insieme con le attività umane, dunque, possiamo associare a questo fenomeno l’aumento della gravità degli incendi di questi ultimi anni. Gli effetti dei cambiamenti climatici diventano più evidenti di anno in anno, una tendenza chiaramente visibile mostra livelli più elevati di pericolo, stagioni degli incendi più lunghe e intensi “mega incendi” a rapida diffusione, che sono difficili da domare con i mezzi tradizionali.

Dunque,  gli incendi non rispettano né i confini né le aree protette, infatti, hanno colpito duramente i siti Natura 2000 e questo fenomeno desta particolare preoccupazione in quanto questi siti comprendono gli habitat di particolare interesse e ospitano specie vegetali e animali in via di estinzione. Dal suddetto monitoraggio ufficiale, resosi indispensabile per monitorare e mappare uno dei fenomeni più devastanti come gli incendi boschivi, non solo in Italia ma in tutta Europa, si certifica che la Regione Sicilia, è stata messa più a dura prova dai numerosi incendi. Gli incendi boschivi stanno cambiando, l’ambiente forestale e le sue interazioni con il clima e la società hanno nuove connotazioni e la stagione incendi è sempre più lunga, ed eventi meteorologici estremi come ondate di calore e siccità sono più frequenti e aumentano lo stress idrico della vegetazione rendendola altamente infiammabile. Secondo il rapporto ”Un Paese che brucia” pubblicato da Greenpeace e da SISEF (Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestale) c’è il pericolo che nei prossimi anni si verifichino sempre più spesso i così detti grandi incendi forestali che sempre più frequentemente causano gravi conseguenze quando incontrano infrastrutture. Quando poi il tessuto urbano è composto da una combinazione di abitazioni e vegetazione infiammabile, gli incendi attraversano queste zone provocando morti e devastazione.  Sono eventi estremi, in cui la velocità di espansione dell’incendio, la presenza di fronti secondari e l’intensità dell’incendio supera le capacità di spegnere o contenere le fiamme da parte dei sistemi antincendio regionali. I cambiamenti climatici, con lunghi periodi di siccità, e condizioni meteorologiche estreme, sono capaci di alimentare e potenziare gli incendi e far sprigionare un’energia infuocata che spesso diventa ingestibile. Inoltre, un tempo il territorio veniva coltivato e capillarmente gestito (si pensi al pascolo e sfalcio di vaste porzioni del territorio). Oggi l’abbandono delle campagne, con conseguente crescita continua e omogenea dei boschi, insieme all’incuria di questi territori che porta all’accumulo di vegetazione secca e morta crea condizioni di scarsa controllabilità delle aree una volta innescato l’incendio. Il presidio delle campagne, dimostra come la presenza di aree rurali ben organizzate dal punto di vista spaziale potrebbe contribuire al governo degli incendi. Insomma, in Italia è venuta meno una cultura forestale. Siamo una popolazione in prevalenza urbana e conosciamo poco il bosco e i suoi meccanismi. Diventa auspicabile  acquisire una sempre più diffusa sensibilità e negli anni costruire una conoscenza culturale verso l’ambiente.

 Il costo che lo Stato è costretto a pagare ogni anno a causa degli incendi boschivi è molto salato: è uno di quei casi in cui il prezzo che paga lo Stato è tangibilmente pagato da ogni singolo cittadino. Il fuoco sottrae fisicamente anche un bene al singolo: il patrimonio boschivo. Gli incendi hanno un impatto potente e negativo sugli ecosistemi ed in particolare su piante e animali selvatici. Affinché almeno si limitino i danni causati dagli incendi, dovrebbe essere posto in opera, il principio fondamentale che sempre ha dato eccellenti risultati: la prevenzione. In questo percorso il cittadino ha un ruolo molto importante, poiché un incendio viene spento quanto più rapidamente lo si avvista e lo si raggiunge. Solo attraverso un approccio integrato a livello di sistema collettivo, ognuno per le proprie competenze a tutti i livelli di responsabilità, si potrà cercare di contrastare il fenomeno degli incendi che rappresenta un’emergenza globale di carattere sia ambientale che economico, che, oltre ai boschi, può minacciare tanto le infrastrutture quanto gli insediamenti, con potenziale pericolo di possibili perdite di vite umane assolutamente inaccettabili. L’Università di Padova ha studiato il fenomeno degli incendi boschivi proprio in quest’ottica economica e dai dati emerge che ogni anno, tra costi relativi al personale regolare e straordinario, costi di manutenzione e usura dei mezzi di terra e dei velivoli, quelli sostenuti per il ripristino della compagine boschiva, danni causati dalla diminuzione della produzione di prodotti del sottobosco, si giunge a valutare un costo complessivo di oltre 500 milioni di euro. A questi costi, sociali e ambientali, di recente se ne è aggiunto uno nuovo che appesantisce ulteriormente il conto dei danni prodotti dagli incendi boschivi. Infatti, tra le nuove funzioni attribuite alle foreste negli ultimi decenni c’è quella strategica del contenimento dei gas ad effetto serra, argomento incluso nel Protocollo di Kyoto, strumento della Convenzione ONU sui cambiamenti climatici, che l’Italia ha sottoscritto. Nel corso di un rogo si liberano nell’aria, in media, tra le cinquanta e le cento tonnellate di anidride carbonica per ettaro, in precedenza conservate nei tessuti vegetali delle piante e nel suolo.

Tutti i tecnici tentano di capire i mutamenti e gli sviluppi associati al fenomeno tristemente presente nel panorama nazionale degli incendi boschivi, che rappresentano una grave piaga per il nostro Paese che torna puntualmente alla ribalta ogni estate. Gli incendi stanno devastando ancora gran parte del nostro territorio e dietro alle fiamme c’è sempre la mano volontaria o involontaria dell’uomo, un uomo  consapevole o inconsapevole del dramma e della catastrofe ecologica connessa al crepitio delle fiamme, un uomo  che si chiama “incendiario” e non piromane, come spesso viene chiamato, anche da alte personalità Istituzionali. La piromania è una grave patologia che statisticamente non influisce nel fenomeno. Infine, bisogna anche dire che l’incendio boschivo, sia doloso che colposo, è un delitto contro la pubblica incolumità, e come tale, è perseguito penalmente. Infatti, chi provoca un incendio con dolo è punito con la reclusione da 4 a 10 anni. Se invece l’incendio è cagionato per colpa, la pena è la reclusione da 1 a 5 anni.

Le azioni o gli eventi che favoriscono i fattori scatenanti degli incendi, sono riconducibili a vari elementi concordemente riconosciuti dagli studiosi del settore che accreditano oltre il 70% circa degli incendi in Italia come dovuto a cause dolose di varia natura, causate da azioni umane volontarie che possono essere così specificate e ampiamente provate, ovviamente senza generalizzazione preconcetta. Altri moventi non secondari di innesco incendi, vanno inquadrate nelle fattispecie colpose, infatti, circa il 29,5% degli incendi è riconducibile a cause involontarie o colpose, causate da azioni umane. Un’ulteriore piccola percentuale degli incendi (0,5%)  è dovuto a cause naturali quali eruzioni vulcaniche, fulmini, autocombustione dovuta all’ossidazione enzimatica che può verificarsi in casi eccezionali solo nei fienili. Alle nostre latitudini non possiamo certo parlare di autocombustione generalizzata, tuttavia, è accertato che le alte temperature contribuiscono a fare di un fuoco, un incendio difficilmente controllabile. A parere di chi scrive, riguardo il fenomeno incendi, vi è anche una causa sociale che purtroppo scaturisce dallo scarso senso civico e da una marcata presenza di illegalità diffusa e consapevolezza dell’impunità, in particolare nelle zone del mezzogiorno d’Italia, dove più accentuato è il divario culturale relativo alle problematiche ambientali. Oggi dobbiamo altresì confrontarci con un altro grave fenomeno che tende ad aggravare le cause scatenanti degli incendi: l’aridità del territorio, causata dall’esigua ed in alcune aree geografiche, totale mancanza di precipitazioni meteoriche, dovuta alle modificazioni climatiche che stanno interessando per alcuni versi, ampie superfici del nostro pianeta. Dunque, la parola d’ordine è prevenzione e in questo percorso il cittadino ha un ruolo molto importante, poiché un incendio viene spento quanto più rapidamente lo si avvista e lo si raggiunge. Per questo occorre passare alla idea della “Prevenzione civile” come chiave di cambiamento. Pertanto, tutti siamo invitati a segnalare ogni inizio di incendio al numero di emergenza ambientale 1515 del Corpo Forestale della Regione Siciliana.

Testo a cura di Enzo Crimi – già Commissario Superiore del Corpo Forestale della Regione Siciliana, saggista, divulgatore ambientale e naturalista, esperto di problemi del territorio.

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Periodico di informazione attualità e cultura, registrato presso il Tribunale di Palermo n° 23 del 20.07.2005

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