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Giganti e fusione fredda. Conferenza dell’Associazione Kermesse

by Antonietta Patti
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Giganti e fusione fredda evento associazione culturale kermesse 12 luglio 2024 villa niscemi foto di gruppo

I giganti e la fusione fredda: il mistero ha guidato l’ultimo evento, prima della pausa estiva, dell’Associazione Culturale Kermesse. Il 12 luglio 2024, nell’ormai consueto scenario della Sala delle Carrozze di Villa Niscemi a Palermo, due abili oratori hanno intrattenuto una folta platea di curiosi. A moderare l’evento la Dott.ssa Patrizia Mazzon, avvocato e già Vice-Presidente dell’Associazione Virdimura Spazio Consapevole.

L’antropologo Eduardo Orma e il matematico Vito Piero Di Stefano hanno esposto i risultati delle loro ricerche, in due settori diversi ma ugualmente affascinanti. E per rilassare le menti, tra i due interventi sono state recitate due poesie di Pippo Monteleone, delicato poeta e uno dei più eminenti membri dell’Associazione Culturale Kermesse.

Eduardo Orma è un antropologo, appassionato di cartografia antica, che da anni studia le leggende sui Giganti. Dopo un excursus sui miti greci, come quello della Gigantomachia o del Titano Tifone imprigionato sotto la Sicilia, lo studioso è passato alle leggende più recenti, come quello della colonna del tempio G di Selinunte usato come fuso da un’anziana gigantessa. Se è vero che nel mito e nelle leggende c’è sempre una fonte di verità, i Giganti sono solo entità frutto della fantasia umana? Oppure sono creature realmente esistite?

In particolare, Orma ha esposto le sue teorie sull’antica e ormai inabissata isola di Zanzibar, corrispondente all’area delle isole Heard e McDonald, nei territori australi francesi dell’Oceano Indiano. Un’altra “patria dei giganti” sarebbe stata la Patagonia. Le fonti del Cinquecento, infatti, riportano notizie che lì abitavano uomini alti fino a 4 metri, leggermente ridimensionati dalle fonti successive dell’Ottocento.

Leggende sui Giganti circolano per tutto il globo, dall’estremo Oriente a tutte Americhe, affiorano in quasi tutte le culture del mondo. È senza dubbio un’interessante tema di studio per l’antropologia culturale.

Vito Piero Di Stefano è un matematico e ha raccontato la storia dell’invenzione della Fusione Fredda e del suo insabbiamento. Le potenti aziende, i cui ricchi guadagni dipendono dalla vendita di energia con le più tradizionali tecniche, non sarebbero affatto favorevoli allo sviluppo di questa tecnologia. L’innovativa tecnica per una fonte energetica pulita e a basso costo, si scontrerebbe con il volere delle grandi multinazionali.

La Fusione Fredda, con un bassissimo costo a livello di macchinario, di materia prima e d’impatto ambientale, promette meraviglie. Tuttavia, l’inventore del dispositivo, Andrea Rossi, non riesce a brevettare e a rendere commerciale la sua E-Cat. Questa presunta fonte di calore, sfrutterebbe il processo della fusione fredda, utilizzando idrogeno riscaldato in polvere di nichel.

La teoria fisica sulla quale si basa la Fusione Fredda è considerata pseudoscienza. Tuttavia, diversi studiosi vorrebbero stimolare la ricerca scientifica verso questo settore, che potrebbe rivoluzionare le nostre pratiche energetiche.

Questo è stato uno degli eventi più importanti dell’Associazione Culturale Kermesse. Perché conferenze come questa aiutano a coltivare il dubbio: una delle caratteristiche più encomiabili dell’essere umano. Esso serve ad aprire la mente, a coltivare le proprie capacità critiche, e a essere tolleranti con chi la pensa diversamente da noi.

Coltivare il dubbio aiuta anche a contrastare le “teorie del complotto”.

Teorie che emergono in un contesto dove esiste una giustificata sfiducia verso chi ha potere. Dalla Storia e dalla cronaca attuale sappiamo che spesso vengono compiuti degli illeciti: le aziende fanno di tutto per raggiungere i loro obiettivi, i servizi segreti controllano i cittadini, e persino i più alti rappresentanti di uno Stato arrivano a mentire.

Essere diffidenti non sembra un atto insensato, e non significa essere paranoici. E le “teorie del complotto” si basano su sospetti che tutti possiamo avere, e che spesso sono legittimi. Sono i tentativi che facciamo per dare un senso e comprendere una realtà incontrollabile, e ridurre l’ansia che essa ci provoca.

Imputare la causa di un problema a uno specifico soggetto o al Sistema, aiuta a far apparire il mondo un posto più semplice e controllabile. Questo modus operandi si accompagna spesso al desiderio di adottare posizioni contrarie al “pensiero dominante” per sentirsi un “pensatore indipendente”. Di frequente questo desiderio si mescola con la tendenza umana a trovare significati simbolici in ogni cosa, che conduce all’illusione di aver “scoperto la Verità”, di aver svelato un grande segreto custodito dai “poteri forti”.

Tuttavia, è importante non essere mai troppo sicuri delle proprie opinioni, fuggire da quella “gabbia mentale” che il conforto delle convinzioni ci costruisce attorno, e che rischia di farci diventare intolleranti verso tutto quello che contrasta con le nostre certezze. Mettere continuamente in discussione quello in cui crediamo richiede coraggio e fatica.

Per questo è molto importante seguire il metodo scientifico, che non coltiva verità assolute, ma conoscenza, sperimentabile e quindi provata. Le verità scoperte servono a continuare la ricerca, che aiuterà a sostituire e/o integrare quelle verità con quelle che attendono di essere svelate.

Dubitare è faticoso e può far paura, ma è anche bellissimo! È lo sforzo che ci permette di spingerci oltre, esplorare e scoprire qualcosa che prima non conoscevamo: è un’incredibilmente fonte di appagamento, che ripaga i sacrifici e la fatica di pensare.

Foto di Antonietta Patti

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