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L’Italia dell’Unesco: Pompei, Ercolano e Torre Annunziata

by Antonietta Patti
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Pompei porta marina

Iscritte nel 1997 tra i siti Patrimonio dell’Umanità UNESCO, le aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata sono luoghi caratterizzati da una forte connotazione simbolica. Si tratta di un sito culturale di età antica, che comprende più di 98 ettari. Sono eree nella regione Campania, a sud di Napoli e del vulcano Vesuvio.

L’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. seppellì le città romane di Pompei ed Ercolano, insieme alle Ville di Torre Annunziata (la romana Oplontis). Rimaste intatte per secoli, sono indubbiamente un’importantissima testimonianza storica e archeologica.

In questi siti è possibile riscoprire la società romana, che vi ha vissuto fino al I secolo d.C. Fino alla brusca interruzione dovuta a quello storico evento catastrofico. Il ritrovamento di oggetti, dagli utensili alle opere d’arte, cibi, scritte, resti di vestiti, permettono di conoscere la vita quotidiana degli antichi romani.

Similmente agli stessi romani, di cui rimangono le tracce nei calchi. Infatti, le ceneri vulcaniche ricoprirono Pompei, sigillando la città e i corpi dei suoi abitanti rimasti sepolti. Degli antichi abitanti di Pompei restano le forme in negativo dei loro corpi, fermi nel loro ultimo istante di vita. Una visione dolorosa e commovente è quella dei calchi degli antichi abitanti di Pompei, come quelli esposti nell’Orto dei Fuggiaschi.

Diversa sorte ebbero gli abitanti di Ercolano. Nella città alle pendici del Vesuvio, le colate piroclastiche furono precedute da nubi tossiche dalla temperatura così alta, che gli abitanti rimasero uccisi in pochi secondi. Di loro rimasero i corpi intatti, che una volta decomposti lasciarono il posto agli scheletri. Circa 300 scheletri sono stati trovati in sale vicino la linea di costa (che probabilmente servivano a ospitare le imbarcazioni in secca).

Pompei conserva 44 ettari di tessuto urbano, non tutti ancora analizzati tramite scavo archeologico. Visitato ogni anni da milioni di persone, è uno dei siti archeologici più famosi del mondo. I visitatori camminano tra le sue antiche strade, visitano il Foro col suo Capitolium, le terme, i teatri, l’anfiteatro, le abitazioni private e le botteghe.

Tra le tante residenze private, basta citare la Casa del Fauno, quella dei Vettii e la Villa dei Misteri (quest’ultima a Nord-Ovest della città). Ogni domus permette una visione della vita al tempo dell’antica Roma, quando le case erano abbellite da opere d’arte e da affreschi vivaci. Solitamente, le case romane erano organizzate attorno a un atrium, decorato da un colonnato e circondato da ambienti di rappresentanza, come studi e triclini (sala dei banchetti).

A Ercolano e a Oplontis (Torre Annunziata) le abitazioni sono ancor più prestigiose, dato che nelle due località l’aristocrazia romana vi aveva installato le proprie ville. La villa romana non era soltanto un luogo di villeggiatura, dove curare l’otium, ma anche un luogo di produzione, dove prendersi cura del negotium.

Le tracce delle ville rustiche di età romana in Campania sottolineano la ricchezza e il benessere dei loro proprietari. Sono ville lussuose, con aree destinate alle attività produttive, e una parte privata con giardini, terme private, affreschi e sculture di pregio a decorare ogni ambiente.

Particolarmente lussuosa è la Villa di Poppea a Torre Annunziata: si tratta di una villa marittima (in fase di restauro al momento dell’eruzione). La proprietà era chiaramente aristocratica, infatti è stata attribuita alla seconda moglie dell’imperatore Nerone. Dell’area patrimonio UNESCO fanno parte anche la Villa di Lucio Crassio Terzio (villa rustica) a Torre Annunziata, e la Villa dei Papiri (a Ovest di Ercolano, che ha conservato circa 1800 rotoli di papiro contenenti testi greci e romani).

L’area di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata era densamente popolata in età romana. Quindi l’eruzione del Vesuvio, avvenuta il 24 ottobre del 79 d.C. ha sconvolto profondamente quest’area. I detriti vulcanici dell’eruzione hanno cristallizzato la vita dei centri urbani e delle campagne circostanti.

Tuttavia, l’evento catastrofico ha sconvolto anche il paesaggio: il fiume Sarno, che scorreva vicino Pompei, cambiò il suo corso, e la linea di costa avanzò di una decina di metri.

I resti di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata tornarono alla luce nel corso del 1700. Quando i Borbone iniziarono le prime campagne di scavo (che potremmo definire veri e propri sterri). I ritrovamenti archeologici mossero l’entusiasmo dei viaggiatori italiani e stranieri, influenzando le successive correnti artistiche.

Certamente gli imponenti resti delle città romane, distrutte e preservate dall’eruzione del Vesuvio, forniscono moltissime informazioni sullo stile di vita della società romana, che non si potrebbero trovare in nessun altro contesto archeologico. Questo eccezionale stato di conservazione permette di studiare in maniera unica la storia romana, e di attuare diverse pratiche archeologiche.

Ad esempio, Ercolano fu il primo sito archeologico europeo a essere definito quale “museo all’aperto”, coi suoi edifici ricostruiti e abbelliti sulla base dei ritrovamenti archeologici. La pratica era stata preceduta, alla fine del XIX secolo, da un esperimento in alcuni edifici di Pompei, per meglio comunicare il corretto utilizzo degli spazi antichi.

I siti di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata sono esempi eccezionali d’insediamento romano urbano e suburbano. Questi siti mostrano aspetti urbanistici, architettonici, decorativi, sociali e antropologici della civiltà romana del I secolo d.C.

Questi sono luoghi che gli archeologi non hanno ancora finito di scoprire. Tanto delle città di Pompei ed Ercolano rimane da svelare, sotto decine di metri di cenere vulcanica, e sotto le abitazioni delle città moderne.

Inoltre, siti archeologici di questa grandezza richiederanno sempre una costante manutenzione. Anche per proteggere i ritrovamenti dal naturale decadimento. Un’altra particolarità dei siti di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata è che mostrano l’evoluzione delle pratiche archeologiche, di restauro e conservazione, operate fin dal XVIII secolo.

Questi siti archeologici sono di proprietà statale, e sono gestiti da due enti autonomi di ricerca e valorizzazione: il Parco Archeologico di Pompei (che gestisce anche l’area delle Ville di Torre Annunziata) e il Parco Archeologico di Ercolano.

Bibliografia e Sitografia
  • Alberto Angela, I tre giorni di Pompei, Rizzoli Editore, Milano 2016;
  • L’Italia dell’Unesco, Giunti e Tancredi Vigliardi Paravia Editori, Firenze 2021.
Villa di Poppea a Torre Annunziata (di ho visto nina volare from Italy – Villa Oplontis Uploaded by tm, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=24352412)

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