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Balcescu: il Garibaldi della Romania

by Francesco Paolo Pasanisi
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Nicola Balcescu (1819-1852) è stato uno storico e patriota romeno osannato in Patria e anche a Palermo. Nella nostra città una strada della “Noce” è intitolata a suo nome. Un monumento eretto nel 1961 si trova a Villa Garibaldi e in alcuni momenti dell’anno è avvolto dal tricolore romeno.

Una lapide posta sulla facciata di Palazzo Trinacria in via Butera fa memoria della presenza dello scrittore in quell’edificio. I suoi resti mortali sono dispersi in una fossa comune del cimitero dei “Cipressi”. Un’altra stele mortuaria si trova al cimitero di Santa Maria dei Rotoli. Opera realizzata nel 1935, in marmo di Carrara, dall’architetto George Ionescu e dallo scultore Antonino Alessi.

Balcescu da storico tra il 1845 e 1846 intraprese delle ricerche a Roma, Parigi e Vienna. Dal 1845 al 1849 , con A. Treboniu Laurian, diresse la rivista “Il Magazzino Storico per la Dacia”. Scrisse la notevole “Storia dei Romeni sotto Michele il coraggioso”. Qui raffigura il re come simbolo dell’unità nazionale e auspica uno stato indipendente nato dall’unione dei principati di Transilvania, Moldavia e Montenia-Valacchia. Nell’opera “La forza armata presso i Romeni” dimostra la possibilità della restaurazione militare dello Stato.

Nel 1848 con l’aria delle rivoluzioni in Europa la futura “Romania” venne contagiata da quegli eventi e Balcescu da carbonaro, liberale e fondatore dell’associazione Fratia, ne fu uno dei promotori della sollevazione. Gli insorti tendevano ad una indipendenza e un’unione nazionale accompagnata da una liberazione sociale.

Queste rappresentano degli aspetti strettamente legati da una stessa lotta differenziata però nei vari principati. Infatti in Moldavia la rivolta venne organizzata da un movimento liberale borghese che fallì immediatamente a Jassy e repressa con numerosi arresti. In Valacchia Balcescu attuò una vera e propria rivoluzione. Qui parteciparono: le élites culturali, il popolo, la piccola borghesia e vasti settori dell’esercito.

Venne creato un governo provvisorio che durò tre mesi ma le intenzioni vennero tradite dalle contraddizioni interne fra le varie parti che componevano il direttorio. L’armata turca riuscì a reprimere i rivoltosi del movimento nazionale. Balcescu rivestì la carica di ministro degli Affari Esteri e segretario di Stato. Nel febbraio 1848, da esiliato prenderà parte ai moti parigini.

In Transilvania, in quel periodo, era stato elaborato un programma di riforme sociali da una assemblea contadina. Ma questa non ebbe successo a causa della resistenza dei boiardi, grandi proprietari terrieri, e dei ceti privilegiati. Inizialmente si era giunti ad un flebile accordo fra ungheresi e “romeni”, fra Balcescu e Kossuth. Questa regione era abitata prevalentemente da ungheresi e dai Siculi (da non confondere con quelli di Sicilia).

Il fallimento era dovuto alla stessa fine della rivoluzione ungherese per i contrasti fra le varie fazioni ed il massiccio intervento delle truppe russe a fianco degli austriaci. Da ricordare che questi moti furono sperimentali e non ebbero una vera e solida organizzazione e gli oppositori erano appoggiati dai capitalisti inglesi che avevano visto minacciati i loro interessi economici in quell’area.

Balcescu aveva visitato Palermo già nel 1847 abitando in una villetta di campagna dopo essere stato a Parigi, Genova, Roma e Napoli sempre per motivi di studio. Lavorando in archivi e biblioteche. A Napoli conobbe il drammaturgo Vasile Alecsandri (1821-1890), fondatore dell’Accademia di Romania. Questi lo seguì nei viaggi con la fidanzata Elma Nagi, già ammalata gravemente. Successivamente si recò alla Biblioteca Comunale di Messina.

L’ultima visita alla nostra città la fece nel 1852, dopo essere stato a Malta e Napoli. A Palermo era venuto per curare la tubercolosi ma qui trovò la morte.

Questo pensatore a Palermo fu commemorato e osannato diverse volte. La prima nel 1952 per il centenario della morte venne rievocata la sua memoria nella sala Pitré della Storia Patria. Tra i numerosi contributi si ricorda quello del Prof. Gaetano Falzone.

Nel 1961, in occasione dell’erezione del busto del patriota a Villa Garibaldi ad opera della Repubblica Popolare Romena in concomitanza del centenario dell’unità nazionale rumena, la celebrazione fu seguitissima e piena di eventi. Nel 2022 la Diocesi Ortodossa Romena d’Italia con l’Associazione Futura rese omaggio a Balcescu al cimitero dei Cappuccini e mesi dopo venne ricordato per i 170 anni della morte.

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