Andreas Hofer contro-rivoluzionario in Tirolo

Andreas Hofer era un contro-rivoluzionario, attivo in Tirolo, dov’era capo patriota della lotta contro la Francia napoleonica e la Baviera di M. von Montgelas. La comunità tirolese comprendeva l’antica capitale di Merano, Trento ed il nuovo capoluogo Innsbruck. In questo territorio si svolsero le gesta degli insorgenti, tedeschi, italiani e del loro capo che fu un eroe legittimo della fede cattolica.

Analizzando la realtà storica della Contro-rivoluzione, si constata che essa, manifestando il suo credo, si contrappone a tutto ciò che è scaturito dal razionalismo metodologico, dall’Illuminismo giacobino, dal Giansenismo, dalla massoneria, dal Sensismo, dal Meccanicismo e dallo Scetticismo, quindi dal laicismo esasperato. Si deduce che il pensiero contro-rivoluzionario può essere considerato nella sua accezione come una categoria storica e metastorica.

La Contro-rivoluzione legittimista non fu una semplice Reazione preconcetta ma un credo e non una ideologia che spinse popoli, contadini, molti aristocratici e appartenenti al clero a insorgere contro gli effetti di questi fenomeni ideologici aventi un comune denominatore: la cancellazione del cattolicesimo.

In Italia dalla rivoluzione francese e occupazione napoleonica fino alla Restaurazione gli insorgenti passati per le armi o vittime di stragi furono più di 70.000. Tutto ciò era il frutto della rivoluzione concepita come nuova ideologia idolatra, liberticida, arbitraria, preconcetta e tiranna in senso totalitario, sempre avanzante con le punte delle baionette, ostinata portatrice di una nuova libertà, giustizia e felicità. Non solo l’Italia ma tutta l’Europa cadde sotto il giogo di questa “nuova ideologia” che porterà la terra del Cristianesimo a lunghi lutti, vessazioni, guerre e lacerazioni fra le classi sociali, distruggendo il tessuto naturale dei popoli e arrecherà in due secoli guerre civili e divisioni nazionali. Così negava la vita, i valori, le tradizioni, la libertà vera, i sentimenti dei popoli e la patria considerata come comunità su di un suolo e non frutto di creazione ideologica.

In questo periodo la religione cattolica venne vilipesa, furono aboliti gli ordini religiosi, i conventi vennero svuotati, i beni confiscati, le chiese profanate e derubate, i monti di pietà e gli enti assistenziali svuotati. Due Papi furono deportati e incarcerati. Ricordo la profanazione delle ostie consacrate e l’uso dei calici e pissidi per i bisogni corporali (questi casi così aberranti avvennero nelle Marche nel 1799, Cfr. A.A. V.V “Andreas Hofer eroe della Fede” Atti del Convegno, Bolzano, 8 marzo 1997, Città di Castello 1998. pag. 125).

Andreas Hofer nacque a San Martino in Passiria nel 1767, mercante di grani, vino, cavalli e anche albergatore. Egli guidò l’insorgenza contro i francesi e i bavaresi dal 1796 al 1810. Questo nobile patriota nelle vesti di bersagliere, poi capitano e successivamente governatore di giustizia e pace dell’imperatore cristiano. (Il Sacro Romano Impero venne sciolto da Napoleone nel 1805). Hofer era devoto a tutto ciò. Infatti il motto delle truppe insorgenti era: “Dio, imperatore e Patria”. La Patria era la Heimat, cioè il loro paese, il focolare e quello degli avi, la terra con le sue tradizioni, i monti con i boschi e le limpide e fresche acque dell’Inn e dell’Adige. Tutto ciò era accompagnato dalla devozione al Sacro Cuore al quale il Tirolo era stato consacrato nel 1796.

Nella lotta degli insorgenti contro i giacobini rivoluzionari i Tirolesi vinsero nettamente quattro battaglie, nei confronti di un esercito di professionisti e veterani, ben organizzati e addestrati all’uso delle armi. I contadini di questa regione già partecipavano alle sedute della Dieta del Tirolo a Innsbruck, disponendo di un certo diritto di voto. La libertà consisteva in un fatto naturale e non astratto. Il patto bellico contratto con l’imperatore era valido solo se la loro terra fosse stata invasa dal nemico, ma non per portare la guerra ad altri popoli.

Tutte le invasioni del Tirolo vennero respinte, grazie all’animosità del suo popolo, sorretto da una grande fede in Dio e di un amor patrio senza precedenti. Si ricordi l’eroina Catharina Lanz, la Giovanna d’Arco di Spinga. Questa contadina armata di un semplice forcone si piazzò davanti la porta della chiesa di S. Ruperto per evitare una delle tante profanazioni da parte dei rivoluzionari che fuggirono.

La situazione divenne più critica con l’occupazione di Vienna da parte dell’esercito francese. La sconfitta delle truppe austro-russe ad Austerlitz e la successiva pace di Presburgo (Bratislavia) nel 1805 stabilì che il Tirolo passasse alla Baviera stretta alleata della Francia. La Baviera era governata da Massimiliano I e dal capo del governo M. von Montgelas (1759-1838), quest’ultimo associato alla massoneria degli “Illuminati di Baviera”. Lo stato bavarese esercitò un controllo totale sulla chiesa. Le restrizioni furono terribili per le funzioni sacre e gli esponenti del clero vennero messi in prigione. Molti Vescovi furono inviati in esilio. I conventi subirono la chiusura, i monasteri il saccheggio. Le biblioteche storiche furono spogliate delle opere d’arte manoscritte, a stampa ed altro, che furono vendute a mercanti d’arte. Per i rivoluzionari chi portava il crocifisso durante le processioni commetteva reato.

Andreas Hofer venne posto a capo dell’insorgenza cattolica contro questa barbarie. Nel 1809 le truppe bavaresi subirono una sconfitta e con l’armistizio do Znain il Tirolo passò alla Francia. Ma Hofer ancora una volta respinse l’attacco di 40.000 rivoluzionari. Successivamente, l’Austria perse la guerra della quinta coalizione antinapoleonica e con il trattato di Schonbrunn il Tirolo ritornò alla Baviera, eccetto l’Alto Adige che fu annesso al Regno d’Italia. Questa volta la fine di Hofer era vicina. Infatti quattro giorni prima della firma dell’accordo Trento cadde in mano nemica. Andreas Hofer si trovò a combattere nel Tirolo del nord. Vano fu l’ultimo tentativo di una reazione promossa per una nuova insurrezione. La sconfitta con molto onore avvenne al monte Isel (2.500 i morti tirolesi, 5.000 i caduti francesi).

Hofer venne circondato da più di 50.000 soldati. Alla fine dovette fuggire rifugiandosi in una capanna o malga alpina. Lì rimase per due mesi nel pieno inverno, con moglie, figlio e l’amico scrivano Sweth. Ma la notte tra il 17 e 18 gennaio 1810 un traditore lo consegnò alle truppe francesi per 1.500 fiorini. Tutti e quattro furono arrestati e a Bolzano Hofer venne separato dagli altri. Durante il lungo viaggio, la recita del rosario era sempre puntuale e le preghiere davano consolazione e conforto ai prigionieri.

La colonna raggiunse Mantova il 5 febbraio. In questa città si compì il martirio di Andreas Hofer. Infatti dopo un processo sommario il 20 febbraio, sotto le mura di porta Maggiore, il martire si trovò al cospetto del plotone di esecuzione. Stringeva tra le mani un crocifisso avvolto da un mazzo di fiori, non volle la benda sugli occhi. Egli stesso grido “Fuoco!”. I soldati si commossero, l’ufficiale tentennante sparò il colpo di grazia. Le esequie vennero celebrate nella chiesa di S. Michele e fu sepolto in un piccolo cimitero attiguo.

Col Congresso di Vienna il Tirolo ritornò all’Austria. Nel 1823 un gruppo di kaiserjager (cacciatori imperiali), che tornava da un’azione antisommossa nei pressi di Napoli, fece una breve sosta a Mantova. Alcuni ufficiali della truppa austriaca pensarono di riesumare la salma, che trasportarono fino a Trento e poi in Tirolo. A Innsbruck fu indetta una grande celebrazione nella Hochkirche, anche se alcuni alti dignitari non approvarono la faccenda. Nonostante ogni cosa Andreas Hofer è rimasto l’eroe cattolico del Tirolo e la sua tomba è sempre piena di fiori.

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