Fin troppo spesso le discariche diventano sature e scattano le emergenze e questo comporta dei costi altissimi. I termovalorizzatori, in nome dell’ecologia, sono stati un accordo e un disaccordo concluso con un niente di fatto. La Regione Sicilia é costretta a guardare all’estero per smaltire i rifiuti. Adesso, per ovvi motivi, l’ultima meta é la Turchia a un costo di circa € 400,00 a tonnellata, di conseguenza la Tari lieviterà di parecchio.
La Sicilia è una delle regione in cui la Tari è rincarata di tanto poiché la maggior parte dei rifiuti finisce all’estero con le navi militari. Negli anni precedenti, varie tonnellate sono state spedite in Olanda , Danimarca , Finlandia; paesi ecologisti che utilizzano i termovalorizzatori dai quali ricavano anche energia.
La realtà della nostra terra è questa , fino adesso con un riguardo serio per l’ecologia. Purtroppo, spesso suonano i campanelli di emergenze, e arrivano i momenti in cui si sale sul gradino più alto, che piaccia o no. In questo reale scenario i sindaci di tanti comuni Siculi sono preoccupati per il forte aumento in bolletta che ne può derivare. Le spedizioni costano, e la Regione in parte , interviene per calmierare le bollette.
L’ANCI infatti avverte che le somme erogate dalla Regione , circa € 50 milioni, coprono a malapena i costi extra per finanziare il 2022 e parte del 2023, considerando che i costi sono lievitati dai € 100,00 ai € 400,00. Per arginare tale situazione il Presidente della Regione Schifani ha confermato che il piano Sicilia per i termovalorizzatori andrà avanti e si prevedono due impianti uno a Palermo, in zona Bellolampo, e l’altro a Catania, nella zona industriale.
Sembra che la situazione vada spedita. In merito a ciò, sono disponibili, per vari progetti, circa € 800 milioni predisposti dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).