Gli Arabi il Corano le conquiste

Nel tempo per quanto miti ma sempre in lotta per il potere, si divisero in due rami , un gruppo era guidato dal caritatevole mercante “Hashem” , l’altro dal nipote “Umaya”, che nel 568 sposò una lontana nipote, “Amina”1  anch’essa appartenente al gruppo dei “Quraish”. Quattro anni prima nel 564 L’Imperatore Giustiniano aveva raggiunto la moglie nella tomba,  in Italia gli eserciti erano in lotta e l’Europa era nel buio  profondo . Nella città Santa dell’Arabia in mezzo alle capanne Amina mise al mondo un bambino che fu chiamato “Mohamed” che significa “Altamente lodato”. Era l’anno 569, “Maometto” nacque già orfano perchè il padre morì in uno dei tanti viaggi per commercio, senza vedere il figlio. “Maometto” era erede di un nome rispettato ma di un patrimonio modesto. Sei anni dopo, morì pure la madre e fu il nonno a prenderlo in custodia, “Abd al Muttalib”. Egli lo accolse con cura ma con  poca istruzione, del resto anche i “Quraish” non avevano molta confidenza con l’alfabeto. “Maometto” non imparò mai a leggere ma queste operazioni li dettò a degli amanuensi e ciò non gli impedì  di dettare con particolare intelligenza , tramandando il più “poetico libro” che mai sia stato scritto in lingua araba: “ Il Corano” .

Nella sua giovinezza aiutava lo zio commerciante, spesso in giro per la Siria nella città di Bastra,  dove seguì qualcosa di religioso del vecchio e  Nuovo Testamento . A Bastra tornò anni dopo come procuratore di una ricca vedova con prole Khadija che Maometto a  25 anni  sposò ed ebbe diversi figli di cui una  di nome Fatma. Poi nel tempo Khadija morì e Maometto ebbe tante mogli ma nessuna fu come  Khadija. Maometto frequentò il cugino di Khadija, tramite il quale apprese le Sacre Scritture andando spesso a Medina per visitare la tomba del padre. Lì un giorno conobbe degli ebrei di superiorità morale religiosa e li ammirò per la centrata religione di un solo Dio. Molti Arabi sentivano  il bisogno di una religione che mettesse fine alle tante guerre fratricide delle tribù e speravano nel futuro di un “Profeta” .

“Maometto” si sentì così di esserlo e verso i 40anni iniziò a dedicarsi alle preghiere. Nel mese santo del Ramadan si recava in una grotta sul monte Hira  a pregare sempre.  Il figlio maschio di Maometto  Ali lo descriveva di statura media delicato ma che seguiva tutto con attenzione, sapeva dominare la collera ed in privato aveva il senso dell’umorismo, in pubblico invece era sempre serio.  

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