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I FLORIO. Ignazio Senior: l’architetto della prosperità

di Antonietta Patti
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I florio ignazio senior l'architetto della prosperità

Dopo la morte di Don Vincenzo, Casa Florio continuò a prosperare grazie al lavoro del figlio: Ignazio Florio. Ignazio Senior, per distinguerlo dall’omonimo figlio (e successore), fu il genio imprenditoriale che trasformò l’eredità commerciale della sua famiglia in un impero industriale di portata internazionale.

Nato il 15 dicembre 1838, figlio di Vincenzo Florio e Giulia Portalupi, all’epoca della morte del padre aveva 30 anni. Ignazio Florio Senior non fu solo un uomo d’affari, ma anche un filantropo e mecenate, il cui contributo alla cultura e alla società siciliana è ancora oggi ricordato con ammirazione.

Don Ignazio Senior aveva affiancato il padre nella gestione della Casa, e quando fu il capo della famiglia, cercò di seguirne le strategie, adattandole ovviamente ai nuovi tempi. Come il padre, anche lui era un appassionato lavoratore, e dal padre aveva appreso molto bene il mestiere. Ma i due erano certamente diversi, soprattutto per carattere.

Don Ignazio Senior ricevette un’educazione più raffinata di quella di Don Vincenzo, cosa che gli aveva consentito di frequentare le classi più alte della società e di essere accolto giovanissimo tra i soci dell’elitario “Casino di dame e cavalieri”.

Il matrimonio con una donna dell’aristocrazia, che tanto avrebbe voluto fare Don Vincenzo, riuscì a suo figlio. Don Ignazio Senior sposò una nobildonna palermitana: Giovanna D’Ondes Trigona, figlia unica del conte di Gallitano Gioacchino D’Ondes Reggio e di donna Eleonora Trigona. Un’unione che permise ai Florio di entrare nei circoli della nobiltà.

La coppia visse inizialmente nella grande casa in Via dei Materassai 53, dove nacquero i primi figli. Ma presto si trasferì nella grande Villa all’Olivuzza che sarebbe diventata la residenza principale della famiglia.

Da donna Giovanna, Don Ignazio Senior ebbe 4 figli:

  • Vincenzo nato nel luglio 1867 (morto nel 1879 a soli 12 anni);
  • Ignazio (Junior) nato il 4 settembre 1869;
  • Giulia nata il 28 giugno 1870, a 15 anni andò in sposa al principe di Trabia Pietro Lanza Branciforte e fu una delle dame più vista della società palermitana nel Novecento;
  • Vincenzo nato il 18 marzo 1883 (al quale venne dato lo stesso nome del fratello morto 4 anni prima della sua nascita).

Con Ignazio Senior le proprietà private dei Florio aumentarono notevolmente. Alla casa a Bagnara Calabra, all’aromateria al Piano San Giacomo e alla Villa dei Colli (l’attuale Villa Florio Pignatelli) si aggiunsero nuove acquisizioni.

Don Ignazio Senior comprò nel 1868 la Villa all’Olivuzza, dove poco dopo morì suo padre. Insieme alle palazzine, collegate tra loro, che si affacciavano sull’attuale Piazza Principe di Camporeale, la Villa comprendeva un grande parco. Don Ignazio Senior s’impegnò per abbellire ulteriormente il parco: impiantando nuove specie arboree, realizzando serre per la coltivazione di piante da fiore e specie esotiche, insieme a un serraglio.

Le palazzine, affacciate su Piazza Principe di Camporeale, del complesso della Villa Florio all’Olivuzza (foto di A. Patti)

Se Don Vincenzo aveva acquistato terreni per lo sviluppo delle sue aziende, Don Ignazio Senior acquistò alcuni latifondi cerealicoli, in diverse zone dell’isola (soprattutto nel trapanese), al solo scopo di ottenerne la rendita fondiaria. Questa rendita aveva importi irrisori nel panorama delle sue entrate, ma erano pur sempre un guadagno sicuro.

Tra 1870 e il 1873 fu Don Ignazio Senior ad acquistare diversi appartamenti nel mandamento la Loggia, vicino Via dei Materassai e la Chiesa di San Domenico. Fino ad acquistare l’intero arcipelago delle isole Egadi, dai Marchesi Rusconi di Bologna e Pallavicino di Genova, con le relative tonnare. Con questo acquisto sarebbe derivato anche un titolo nobiliare, che però Don Ignazio Senior non accettò mai. Sull’isola di Favignana egli fece edificare una dimora sontuosa, simile a un castello, su progetto dell’architetto Giuseppe Damiani Almeyda.

Il palazzo dei Florio sull’isola di Favignana (foto di A. Patti)

Don Ignazio Senior ereditò non solo le aziende di famiglia, ma anche una visione ambiziosa che lo portò a espandere e diversificare gli affari in settori come la navigazione, la viticoltura e il tonno in scatola.

Nel 1884, Don Ignazio Senior impiantò in via Fossi (in prossimità dell’attuale Cantiere navale) una fabbrica di porcellane: la Ceramica Florio. All’inizio del 1900 la fabbrica venne spostata all’Olivuzza (all’inizio di via Serradifalco). Lo stabilimento era composto da due ciminiere e diversi edifici divisi da corti e collegati tra loro tramite delle rotaie, sulle quali correvano piccoli vagoni. Ogni edificio, specializzato per una specifica funzione, era realizzato in tufo e cemento armato, con soffitti a doppio spiovente e lucernari.

Grazie alle abilità artistiche di Rocco Lentini, Ettore de Maria Bergler ed Ernesto Basile, la deliziosa Ceramica Florio era utilizzata soprattutto nelle tante navi della flotta dei Florio. Gli articoli prodotti dalla Ceramica Florio, a imitazione delle porcellane straniere (molto più costose), venivano acquistati anche per le case delle famiglie della media e piccola borghesia. La Ceramica Florio ebbe un ruolo importantissimo nella diffusione del design e dello stile liberty in Sicilia.

La ceramica Florio aveva un marchio con un cavalluccio marino. Tuttavia, nella fabbrica veniva prodotta anche la ceramica di Giachery (con marchio proprio: un leone), che poi veniva venduta nei magazzini di via Giovanni Meli. Questo negozio era appartenuto ai Giachery, poi acquistato da Vincenzo Florio quando l’amico Carlo Giachery dovette vendere: infatti spicca ancora sulla facciata del palazzo il leone simbolo dei Giachery.

Negozio in Via Giovanni Meli (foto di A. Patti)

Fu Don Ignazio Senior a comprare le navi della fallita compagnia di navigazione “La Trinacria” e a portare a termine nel 1881 la fusione con Rubattino, per dar vita alla “Navigazione Generale Italiana” la cui sede si trovava a Piazza Marina, davanti la Vicaria.

Già alla fine del 1800, in tutta Europa cominciarono ad aumentare i servizi di viaggio e trasporto in treno. Le navi iniziarono a essere usate perlopiù nei collegamenti veloci intercontinentali e per i grandi trasporti. Nel 1880 venne inaugurata la linea ferroviaria che collegava Palermo a Messina, che aveva costi molto più bassi e una maggiore rapidità rispetto alla rotta marittima. Perciò il governo italiano cessò la sovvenzione per il servizio postale sulla rotta marittima tra le due città, danneggiando l’economia dei Florio. La fusione della compagnia siciliana con quella di Rubattino era l’unica soluzione per permettere all’armatoria italiana di sopravvivere.

Palazzo della Navigazione Generale Italiana, tra Via Vittorio Emanuele e Piazza Marina (foto di A. Patti)

In quel periodo, per Casa Florio lavoravano circa 65.000 persone. Don Ignazio Senior diceva che la sua Casa si occupava ‘soltanto’ del servizio postale, della Fonderia Oretea e dello stabilimento vinicolo di Marsala. Si considerava un industriale, non un commerciante. Nonostante questo, la drogheria-farmacia in Via dei Materassai continuò a far parte dell’indotto di Casa Florio.

Nel 1883 Ignazio Senior divenne senatore del Regno d’Italia. Al Senato egli promosse diverse forme di assistenza per il personale, rivoluzionarie per l’epoca, che non vennero approvate. Nonostante ciò, Don Ignazio Senior le introdusse in Sicilia.

Don Ignazio Senior fece organizzare un sistema di babysitteraggio per i figli delle sue lavoratrici; a tutti i lavoratori offrì corsi serali per l’istruzione, una mensa e la costruzione di case economiche. Una cassa di mutuo soccorso chiamata “La Provvidente” offriva piccoli prestiti a tassi bassissimi, per finanziare le persone a basso reddito. Purtroppo, queste innovazioni ebbero vita breve. Le famiglie siciliane continuarono a preferire che le donne rimanessero a casa, privandole d’istruzione, e delle altre iniziative si fidarono poco.

Il 17 maggio 1891 Ignazio Senior morì improvvisamente, all’età di 42 anni, lasciando il timone di Casa Florio al suo secondogenito: Ignazio Junior, che all’epoca aveva 21 anni. La morte di Ignazio Senior giunse in un periodo definito tra i più difficili dell’economia italiana. A una lunga depressione dei prezzi degli anni Settanta del 1800, si assommavano le conseguenze della guerra doganale del 1887 con la Francia, che penalizzava duramente l’agricoltura, e in particolare le esportazioni siciliane di vino.

Questo ebbe pesanti ripercussioni anche in campo industriale, perché la caduta dei redditi agrari provocò una diminuzione della domanda di prodotti e mise in crisi le istituzioni bancarie più direttamente impegnate negli investimenti industriali. Questa crisi sfociò negli scandali bancari che coinvolsero anche alcuni presidenti del Consiglio (come Crispi e Giolitti), e nei gravissimi moti popolari, come quello dei Fasci siciliani (1893-94).

La statua che ritrae Ignazio Senior si trova ancora oggi nell’attuale Piazza Ignazio Florio, e fu inaugurata nel 1904. È opera dello scultore Benedetto Civiletti, su un piedistallo realizzato da Giuseppe Damiani Almeyda. Sotto la guida di Ignazio Senior, i Florio raggiunsero l’apice della loro influenza economica e sociale, diventando simboli di progresso e modernità nella Sicilia di fine Ottocento.

Statua di Ignazio Senior a Piazza Ignazio Florio (foto di A. Patti)
Statua di Ignazio Senior a Piazza Ignazio Florio (foto di A. Patti)

Bibliografia e sitografia

  • Daniela Brignone (a cura di), I luoghi dei Florio. Dimore e imprese storiche dei “viceré di Sicilia”, Rizzoli, Prato 2022;
  • Orazio Cancila, I Florio. Storia di una dinastia imprenditoriale, Rubbettino, Soveria Mannelli 2019;
  • Vincenzo Prestigiacomo, I Florio. Regnanti senza corona, Nuova Ipsa Editore, Palermo 2020.
albero genealogico dei Florio

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