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I FLORIO. Villa Florio all’Olivuzza

by Antonietta Patti
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villa florio all'olivuzza

La Villa Florio all’Olivuzza fu la reggia della famiglia Florio. Una delle loro più importanti proprietà, nelle quali ricevevano ospiti nazionali e internazionali. La Villa all’Olivuzza fu anche una delle prime proprietà dei Florio: acquistata da Ignazio Florio Senior nel 1868.

La residenza si trova nei pressi del Palazzo normanno della Zisa, nel quartiere “Olivuzza”. Questa era un’antica zona di caccia, fuori dalle mura della città, che deve il nome alla signora Olivia, affettuosamente chiamata Olivuzza. La signora era la proprietaria di una taverna molto frequentata, proprio perché ultimo locale esente dai dazi prima dell’ingresso in città.

Nel corso dei secoli, l’area divenne uno dei luoghi preferiti dalla nobiltà per la salubrità dell’aria. Alcuni, come Don Carlo d’Aragona duca di Terranova e il Duca di Serradifalco, fecero costruire splendide ville, attorno all’attuale Piazza Principe di Camporeale. Lungo Via Noce invece, fecero costruire delle casine il marchese Fardella e il principe di Belmonte.

Il primo nucleo della Villa dei Florio era proprietà della famiglia La Grua e Talamanca (principi di Carini) quando venne acquistato da Maria Caterina Branciforte, principessa di Butera e dama di corte di Maria Carolina d’Asburgo. La nobildonna possedeva quattro case su Piazza Principe di Camporeale, e ampliò la proprietà acquistando i terreni limitrofi.

La villa della principessa di Butera, insieme a quella del Duca Di Serradifalco (della quale resiste ancora oggi il giardino), occupavano tutta l’area compresa fra la strada dei Lolli (attuale via Dante), Piazza Principe di Camporeale e lo Stradone della Madonna dell’Orto (Corso Olivuzza, l’attuale Corso Camillo Finocchiaro Aprile).

Le aree di Villa Florio e del giardino del Duca di Serradifalco nell’attuale planimetria urbana (da Google Maps, rielaborazione di A. Patti)

La principessa sistemò il parco tra il 1816 e il 1831. Ella fece realizzare un giardino caratterizzato da vialetti sinuosi e adornato da vasche e sculture, e una serra–giardino d’inverno su un lago artificiale. In fondo al grande viale d’ingresso della Villa spiccava un tempietto su una collinetta. Il viale d’ingresso corrisponde all’attuale via Oberdan e dov’era la collinetta oggi si trova il Villino Florio.

La principessa di Butera si sposò in seconde nozze con Giorgio Wilding, che ereditò la villa quando rimase vedovo. L’uomo si risposò a sua volta con Barbara Tchekoskaia, che nel 1851 ospitò la famiglia dello zar di Russia Nicola I. La zarina Aleksandra Fëdorovna doveva curare la sua salute e il clima siciliano era il più indicato.

Nel 1864 la signora russa tornò in patria e vendette la proprietà, ereditata dal marito, al cavaliere Cesare Ajroldi. La rivolta del “sette e mezzo”, del settembre 1866, coinvolse anche la contrada dell’Olivuzza. Nel corso dei disordini alcune ville vennero danneggiate. Così vennero distrutti una parte dei mobili della villa, e forse anche il giardino del cavaliere Ajroldi. Quest’ultimo vendette una parte della Villla nel 1867 a Giulietta Lo Faso (figlia di Domenico Lo Faso Pietrasanta, duca di Serradifalco), e la restante parte nel 1868 a Ignazio Florio Senior.

Il giardino del Duca di Serradifalco (foto di A. Patti)

La reggia dei Florio

Fu qui che l’11 settembre dello stesso anno morì Vincenzo Florio. Del resto, nello stesso quartiere, era morto il padre di Vincenzo, Paolo Florio, mentre tentava di curarsi dalla tubercolosi. E nella sua Villa morì, improvvisamente, anche Ignazio Senior il 17 maggio 1891.

Ignazio Senior visse nella Villa all’Olivuzza momenti di dolore, ma anche di felicità. Dopo aver lasciato la casa in Via dei Materassai, dove Giovanna aveva dato alla luce Vincenzo nel 1867 (e Ignazio Junior nel 1869), nella Villa all’Olivuzza morì a soli 12 anni il primogenito. Però, nella Villa nacquero l’amata figlia Giulia (nel 1870) e l’ultimogenito Vincenzo Junior (nel 1883). Ignazio Senior abbellì ulteriormente il parco, impiantando nuove specie arboree, realizzando serre per la coltivazione di piante da fiore e specie esotiche. Vi fece costruire anche un serraglio.

Suo figlio, Ignazio Junor, fra il 1893 e il 1898, ampliò il parco, acquistando una parte della vicina villa di Emanuel De Boucard. Egli quindi espanse la proprietà verso Est, fino all’attuale Via Antonio Veneziano. Con l’ampliamento vennero fatti costruire degli edifici contigui, le cosiddette “scuderie automobilistiche”, e una nuova serra per la coltivazione delle orchidee.

Foto d’epoca del parco della Villa dei Florio. Fondo Tagliarini

La sequenza di edifici dagli stili diversi che quasi circondavano il parco, e ancora si affacciano su Piazza Principe di Camporeale dimostra com’era costituita la Villa dei Florio. Una serie di palazzetti diversi che all’interno avevano dei saloni quasi senza soluzione di continuità. Una caratteristica che ha agevolato la vita della famiglia Florio, perché a ogni nucleo familiare veniva destinato un palazzetto.

Ignazio Senior, con la nobile consorte Giovanna, si stabilì nell’attuale Palazzo Wirz, che in parte ospita la sede di Palermo dell’Ordine degli Architetti. Il palazzo è in stile neogotico, con avancorpi semiottagonali e archeggiature con peducci. I suoi interni sono in stato di abbandono. Sopravvive il cosiddetto “salotto del terrazzo”, usato come sala congressi dall’Ordine degli Architetti. Vi sono ancora gli infissi in ferro battuto, le grandi vetrate decorate da cornici di vetro dipinto, il soffitto affrescato a trompe-l’oeil e decorato da putti in movimento, mentre le pareti sono abbellite da paraste in stucco.

Ignazio Junior e sua moglie Franca andarono ad abitare in quello che oggi è Palazzo Florio-Fitalia. Un palazzo degli interni ben curati, con pareti e soffitti rivestiti di legno, e scale, camini e infissi in ferro battuto. Lì si conserva ancora la stanza di Franca Florio: decorata da un pavimento in ceramica che raffigura una distesa di petali rosa, come fossero mossi da una folata di vento.

Infine, Villa Maniscalco-Basile, col suo stile gotico-veneziano, voluto da George Wilding. L’elemento che forse spicca maggiormente della facciata è la loggia avente colonne metalliche prodotte nella Fonderia Oretea.

Palazzo Maniscalco-Basile (foto di A. Patti)

I saloni di Villa Florio all’Olivuzza ospitarono i regnanti di tutta Europa e i più importanti personaggi della finanza e dell’imprenditoria mondiale. Le stanze della Villa erano decorate da numerosi oggetti, affastellati l’uno sull’altro secondo la moda dell’epoca. Poltrone, tavolini, tappeti, vasi, fotografie, oggetti pregiati ed esotici. Qualcosa di simile si può vedere ancora nella vicina Villa Malfitano Whitaker.

Il declino dei Florio e la fine della Villa all’Olivuzza

Di tutto questo, purtroppo, è rimasto poco. All’inizio del Novecento, l’astro della famiglia Florio declinò. Ignazio Junior dovette vendere tutto il patrimonio, e nel 1918 costituì (insieme al fratello) la Società Sicula Immobiliare. Ottenne l’area la Cassa di Risparmio Vittorio Emanuele di Palermo, che cedette alcuni lotti all’Istituto Autonomo per le Case Popolari.

Il palazzo dove risiedettero Ignazio Senior e Giovanna venne acquistato dall’imprenditore Gustavo Wirz. I successivi passaggi di proprietà decreteranno lo stravolgimento e il quasi totale abbandono della struttura. Sono così scomparsi alcuni saloni di rappresentanza, e il grande scalone esterno a doppia rampa, in stile tardo barocco, che dal piano superiore dava accesso al parco.

Il Palazzo Florio-Fitalia deve il suo nome al principe di Fitalia, che lo acquistò poiché aveva perduto il suo palazzo a causa degli espropri per la realizzazione di Via Roma. Qualche anno dopo la vendita, lo stesso principe donò il palazzo alla Curia, che lo assegnò alla Congregazione delle Figlie di San Giuseppe Oggi il palazzo è occupato dalla sede del Circolo Unione Palermo, di cui fu presidente Vincenzo Florio Junior nel 1908.

Palazzo Maniscalco-Basile fu invece ereditato da Marcella Basile, figlia di Giovan Battista Filippo e sorellastra di Ernesto, che sposò l’Avvocato Giovanni Maniscalco. L’edificio è ancora oggi abitato da privati.

La Villa dei Florio, ormai lottizzata e venduta a diversi proprietari non esisteva più. A partire dal portico neoclassico, che era l’ingresso della Villa da Piazza Principe di Camporeale: distrutto per creare l’attuale Via Oberdan. Il Piano Regolatore approvato nel 1962, registrò una situazione esistente già da qualche anno, ormai irreversibile.

Bibliografia e sitografia

  • Daniela Brignone (a cura di), I luoghi dei Florio. Dimore e imprese storiche dei “viceré di Sicilia”, Rizzoli, Prato 2022;
  • Orazio Cancila, I Florio. Storia di una dinastia imprenditoriale, Rubbettino, Soveria Mannelli 2019;
  • Vincenzo Prestigiacomo, I Florio. Regnanti senza corona, Nuova Ipsa Editore, Palermo 2020.

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