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Il Festino di Santa Rosalia: la Santuzza e i palermitani

di Antonietta Patti
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Festino di Santa Rosalia 2024 la nuova statua nella Cappella di Santa Rosalia della Cattedrale

Palermo, capoluogo della Sicilia, è una città ricca di storia, cultura e tradizioni. Tra queste, una delle più sentite è la devozione a Santa Rosalia, patrona della città, affettuosamente chiamata dai palermitani “la Santuzza”. La storia di Santa Rosalia e la sua importanza per i palermitani sono intrecciate in un legame indissolubile che si rinnova ogni anno durante il Festino di Santa Rosalia. Ogni anno, il 14 luglio, Palermo si trasforma in un palcoscenico di fede, folklore e festa in occasione del Festino.

Le ossa di Santa Rosalia

Secondo l’agiografia, Santa Rosalia visse nel XII secolo. Nata in una nobile famiglia palermitana, Rosalia decise di rifiutare un matrimonio combinato per ritirarsi in eremitaggio. Dapprima a Santo Stefano di Quisquina, e poi sul Monte Pellegrino di Palermo, Rosalia dedicò la sua vita alla preghiera e alla contemplazione.

Il Festino di Santa Rosalia ha origini secolari, risalenti al 1624, quando Palermo fu colpita da una terribile epidemia di peste. In quell’anno, al porto di Palermo, corrispondente alla Cala, attraccò un vascello carico di doni e mercanzie proveniente da Tunisi. Da quella nave il morbo della peste si diffuse, attraverso i topi, nei mercati della città, infettando Palermo e la Sicilia.

Mentre l’intera popolazione non sapeva a quale santo votarsi, una ricamatrice di Ciminna, Girolama La Gattuta, sognò una monaca vestita di bianco. Era Santa Rosalia, che le diceva di andare sul Monte Pellegrino per guarire dalla sua malattia. Salita sul Monte, la donna bevve l’acqua che fuoriusciva dalle pareti di una grotta accanto dell’antica chiesa di “Santa Rosolea”, guarì miracolosamente e si addormentò. Sognò la Madonna col Bambin Gesù che le indicava di scavare all’interno della grotta. Lì si trovava una giovane che pregava in ginocchio, vestita con una tunica di arbraxo e una corona in mano.

Girolama La Gattuta guidò il marito, alcuni contadini dei dintorni e i monaci francescani del vicino convento verso i resti mortali della giovane Santa vista in sogno. Il 15 luglio 1624, sotto una grande lastra di marmo, gli scavatori trovarono delle ossa bianchissime e un cranio dalle piccole dimensioni che emanavano un fortissimo profumo di fiori. Quei resti, attribuiti a Santa Rosalia, vennero puliti e portati al cardinale di Palermo, Giannettino Doria.

Le origini del Festino

Qualche mese dopo, il 13 febbraio 1625, la Santa apparve a Vincenzo Bonelli, un povero saponaro rimasto vedovo a causa della peste. La morte della moglie lo straziava a tal punto che era salito sul Monte Pellegrino con l’intenzione di suicidarsi, gettandosi dal precipizio nella zona dell’Addaura. Mentre stava per compiere il tragico gesto, gli apparve una splendida giovane pellegrina. Santa Rosalia lo dissuase dal suo intento e gli mostrò la sua grotta, vicino la Chiesa di “Santa Rosolea”.

Scendendo insieme verso la città, Santa Rosalia esortò Vincenzo Bonelli a pentirsi dai suoi peccati e a portare un messaggio al cardinale di Palermo. Ella comandò di portare i suoi resti in processione per Palermo: al passaggio delle sue ossa durante il canto del Te Deum laudamus la peste sarebbe finita. Per dimostrare che le sue parole erano vere, Santa Rosalia profetizzò a Vincenzo Bonelli che, dopo aver riferito il suo messaggio al cardinale, sarebbe morto di peste.

Vincenzo Bonelli raccontò tutto al suo confessore, padre Don Pietro Lo Monaco, parroco della Chiesa di Sant’Ippolito, che immediatamente lo riferì al cardinale. L’improvvisa peste che colpì Vincenzo Bonelli convinse il cardinale Doria, che il 9 giugno organizzò una solenne processione con le reliquie ritrovate. Il corteo era composto da tutto il clero palermitano, dal Senato cittadino e da alcuni palermitani eminenti.

Durante la processione delle reliquie della Santa, i malati cominciarono a guarire e la città di Palermo fu immediatamente liberata dalla peste. Da allora, Santa Rosalia è patrona di Palermo, protettrice da epidemie, terremoti, tempeste e temporali. Il Festino di Santa Rosalia, istituito per commemorare il miracolo contro la peste, è diventato una delle feste locali più sentite e partecipate dell’anno.

Il Festino di Santa Rosalia

Ogni anno, dal 10 al 15 luglio, Palermo si veste a festa per il Festino di Santa Rosalia. Questo evento non è solo una celebrazione religiosa, ma un vero e proprio spettacolo di fede e folklore. Ogni anno il Festino sviluppa un tema differente, mantenendo sempre come base la storia del miracolo della vittoria di Santa Rosalia sulla peste. Il Festino è una celebrazione religiosa ufficialmente riconosciuta come patrimonio immateriale d’Italia dall’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia.

I preparativi per il Festino di Santa Rosalia iniziano settimane prima del 14 luglio. Gli artigiani locali lavorano instancabilmente per costruire la grande carrozza trionfale che trasporterà la statua della santa durante la sfilata. Infatti, il carro e la statua sono nuovi ogni anno. Le strade di Palermo si riempiono di luminarie, bandiere e decorazioni, creando un’atmosfera di attesa e gioia. Le chiese organizzano messe e momenti di preghiera per preparare spiritualmente i fedeli alla grande celebrazione.

Il grande carro trionfale che trasporta la statua di Santa Rosalia durante il Festino venne istituito nel 1686.U carru” divenne presto il fulcro della celebrazione, crescendo in dimensioni, per ottenere effetti scenografici sempre più grandiosi. Molti famosi architetti palermitani si cimentarono nella sua progettazione. Nel 1924, per il terzo centenario del ritrovamento delle reliquie, il carro aveva una torre alta 25 metri.

Il 14 luglio è il culmine del Festino di Santa Rosalia. La giornata inizia con una solenne celebrazione eucaristica nella Cattedrale di Palermo, seguita da una sfilata seguita da migliaia di fedeli. “U carru” parte dal piano della Cattedrale, dove viene svelato, procede lungo Via Vittorio Emanuele (l’antico viale del Cassaro), passa per i Quattro Canti, fino ad attraversare Porta Felice e raggiungere il Foro Italico. La sfilata segue un percorso tra musiche, canti e vari spettacoli coreografici.

Lungo il percorso, i balconi e le finestre delle case sono adornati con immagini e luci dedicate alla Santa. Gli abitanti indossano corone di rose e gettano petali dello stesso fiore al passaggio della carrozza, creando un tappeto floreale che rende il momento ancor più suggestivo. Il Carro si ferma ai Quattro Canti (Piazza Vigliena) per un momento. È tradizione, infatti, che il sindaco di Palermo in carica deponga dei fiori ai piedi della statua della Santa, e gridi “Viva Palermo e Santa Rosalia!”

Tanti venditori ambulanti affollano le strade del centro storico, e offrono cibi della tradizione popolare palermitana: i babbaluci (le lumache, bollite con aglio e prezzemolo), lo sfincione, il polpo bollito, la calia e la simenza (semi di zucca, noccioline, ceci e fave tostati), u muluni (l’anguria), la pullanca (la pannocchia bollita) e i tanti dolci a base di mandorla come i tirruni, la cubbaita e i muscardini. Il Festino di Santa Rosalia termina con i tradizionali fuochi d’artificio, che illuminano il cielo notturno di Palermo. Innescati al Foro Italico, i giochi di fuoco sono visibili anche dalle periferie della città.

La processione religiosa del Festino

Il 15 luglio invece, si tengono le celebrazioni prettamente religiose. Avvengono la celebrazione della Santa Messa alla Cattedrale e la processione dello scrigno d’argento e vetro che conserva le reliquie di Santa Rosalia.

La prima processione fu molto breve. Nel 1625 le reliquie furono trasportate dal Palazzo Arcivescovile, dov’erano collocate, alla Cattedrale della città, dedicata a Santa Rosalia e alla Santa Vergine Maria Assunta. Col passare degli anni, il percorso della processione divenne sempre più lungo. La processione del Festino di Santa Rosalia oggi parte dalla Cattedrale, dove si trova la Cappella di Santa Rosalia che ospita il reliquiario della Santuzza.

Al Festino di Santa Rosalia cominciarono a partecipare numerose confraternite. La più antica è la Confraternita di Santa Rosalia dei Sacchi, dall’abbigliamento usato durante la processione, costituita nel 1635 da barbieri e calzolai. A questa Confraternita fu affidato il compito di trasportare l’immagine sacra della Santa, conservata nella Chiesa del Gesù di Casa Professa. Fino al 1674, quando il compito passò alla Confraternita di Santa Rosalia dei Muratori, che mantiene ancora oggi il privilegio.

Il 400° Festino di Santa Rosalia

Il 2024 è un anno speciale per il Festino di Santa Rosalia. Quest’anno ricade il quarto centenario del ritrovamento delle reliquie della Santuzza. Il Festino avrà ovviamente un ricco programma religioso, curato dall’Arcidiocesi di Palermo (consultabile a questo link). Ma anche il programma del Comune di Palermo (consultabile a questo link) è sontuoso, e la città è pronta a festeggiare Santa Rosalia con tanti eventi culturali.

Il 26 maggio 2024 è stato il 400° anniversario dell’inizio degli scavi diretti da Geronima La Gattuta, e presso il santuario di Santa Rosalia su Monte Pellegrino è stata svelata e benedetta la nuova statua della Santuzza che sfilerà sul carro il 14 luglio. La scultura è opera di Filippo Sapienza, già curatore del Festino di Santa Rosalia dello scorso anno. La statua, realizzata nella Sala dello Stemma di Palazzo Alliata di Villafranca, a Piazza Bologni, è alta 2.30 metri e ritrae la Santuzza a braccia aperte, col capo cinto da una corona di rose. L’opera è esposta nella Cattedrale di Palermo: era stata collocata di fronte l’Altare dell’Assunta, adesso e fino al 14 luglio si trova nella Cappella di Santa Rosalia.

Il 14 luglio, dopo i Solenni Vespri Pontificali presieduti da Monsignor Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo, si terrà la sopradescritta sfilata del carro trionfale. Il 15 luglio si terrà una Messa Pontificale, presieduta dal Cardinale Pietro Parolin e concelebrata dall’Arcivescovo e dai Vescovi di Sicilia, con la partecipazione di tutte le autorità cittadine. Seguirà la processione delle reliquie di Santa Rosalia, con un percorso simbolico tra le vie del centro storico della città. Da Via Vittorio Emanuele fino a Piazza Marina, per poi ritornare su Via Vittorio Emanuele, attraversare i Quattro Canti e procedere lungo Via Maqueda, discesa dei Giovenchi, Piazza Sant’Onofrio, Via Panneria, Piazza Monte di Pietà (dove sorge la prima edicola votiva dedicata alla Santuzza), Via Judica, Via Gioiamia, Via Matteo Bonello fino alla Cattedrale.

Alcuni dei luoghi più suggestivi della città ospiteranno mostre, esibizioni, degustazioni e conferenze. Molte iniziative culturali hanno respiro internazionale, come l’itinerario emozionale-turistico costruito da Italea Sicilia e Le Vie dei Tesori, sul progetto “Turismo delle Radici” del Ministero degli Esteri. L’iniziativa è stata raccontata anche a uno degli eventi dell’Associazione Culturale Kermesse.

U Fistinu: tradizione simbolica della città

Il Festino di Santa Rosalia è una forma di devozione dei palermitani che va oltre la semplice pratica religiosa. Santa Rosalia rappresenta per i palermitani molto più di una figura religiosa; è un simbolo di identità, speranza e protezione. La devozione alla “Santuzza” è un elemento che unisce la comunità, trascendendo le generazioni. In un mondo in continuo cambiamento, la figura di Santa Rosalia rimane un punto fermo, un legame con le radici e la storia della città.

Il Festino di Santa Rosalia è quindi una manifestazione di fede profonda, un elemento identitario e un richiamo alle tradizioni secolari che definiscono Palermo. Ogni anno, attraverso il Festino e le celebrazioni, la città rinnova il suo legame con la sua patrona, dimostrando che la devozione a Santa Rosalia è una fiamma che continua a bruciare nel cuore di ogni palermitano.

Repertorio fotografico a cura di Antonietta Patti.

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