Il Processo di Norimberga è stato un insieme di procedimenti giudiziari svolti tra il 20 novembre 1945 e l’1 ottobre 1946, finalizzati a giudicare i crimini di guerra e contro l’Umanità perpetrati dai leader nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Questi processi hanno segnato la prima applicazione del diritto penale internazionale e hanno posto le basi per i tribunali internazionali moderni.
Dopo la sconfitta della Germania nazista nel maggio 1945, le potenze alleate (Stati Uniti, Unione Sovietica, Regno Unito e Francia) si trovarono di fronte alla questione di come trattare i responsabili dei crimini di guerra commessi dal Terzo Reich, ovvero la Germania del periodo dal 1933 al 1945, quando venne governata dal regime totalitario del partito Nazionalsocialista Tedesco dei lavoratori (guidato dal cancelliere Adolf Hitler, che assunse il titolo di Fuher, cioè “guida”, “condottiero”).
Il dibattito su come trattare i leader nazisti fu intenso: alcuni proponevano processi legali, altri preferivano esecuzioni sommarie. Alla fine, si optò per un approccio legale che rispettasse i principi di giustizia e dimostrasse al mondo che anche in tempi di guerra ci sarebbero state conseguenze legali per azioni criminali.
Il concetto di un tribunale internazionale venne stabilito con l’Accordo di Londra dell’8 agosto 1945, che creò il Tribunale Militare Internazionale (IMT) per giudicare i principali criminali di guerra nazisti.
Il processo di Norimberga si concentrò su tre categorie di crimini, che divennero le basi della moderna giurisprudenza penale internazionale:
- Crimini contro la pace: pianificare, preparare, iniziare o condurre una guerra di aggressione in violazione dei trattati internazionali.
- Crimini di guerra: violazioni delle leggi e delle consuetudini di guerra, tra cui il maltrattamento di prigionieri di guerra, la distruzione non necessaria di città o villaggi e l’uccisione di civili.
- Crimini contro l’umanità: uccisione, sterminio, deportazione e altri atti disumani commessi contro civili, incluso il genocidio.
Al banco degli imputati del primo processo di Norimberga sedettero 24 dei più importanti leader nazisti, inclusi Hermann Göring, comandante della Luftwaffe (aviazione militare tedesca) e uno dei più alti ufficiali del regime nazista; Rudolf Hess, ex vice di Hitler; Joachim von Ribbentrop, ministro degli Esteri; Wilhelm Keitel, capo dell’OKW (Oberkommando der Wehrmacht, il comando supremo delle forze armate); Ernst Kaltenbrunner, uno dei principali ufficiali delle SS e responsabile della sicurezza interna. Molti altri leader nazisti, come Adolf Hitler, Heinrich Himmler e Joseph Goebbels, si erano suicidati prima della cattura, evitando così il giudizio.
Gli imputati furono accusati di crimini contro la pace, crimini di guerra e crimini contro l’umanità, oltre che di partecipazione a una “cospirazione” per commettere questi crimini. Il tribunale era composto da giudici delle quattro potenze vincitrici (Stati Uniti, Regno Unito, Unione Sovietica e Francia) e l’accusa fu guidata da procuratori provenienti dai rispettivi paesi. Il principale accusatore americano era il giudice Robert H. Jackson.
Il Processo di Norimberga si tenne nella medesima città della Germania, in quanto rappresentava “il simbolo per il regime nazista”, essendo stata sede di molti dei grandi raduni del Partito Nazionalsocialista, e delle famose leggi razziali del 1935. Il processo iniziò il 20 novembre 1945.
Gli accusatori presentarono prove schiaccianti. Tra cui documenti ufficiali nazisti, filmati, testimonianze di sopravvissuti ai campi di concentramento e ai massacri, e confessioni degli imputati stessi. Le prove dimostrarono l’esistenza di un piano sistematico per lo sterminio degli ebrei e di altre minoranze, nonché la responsabilità diretta dei leader nazisti nell’avvio della guerra.
Molti degli imputati tentarono di difendersi affermando di aver eseguito solo ordini superiori o di non essere direttamente a conoscenza degli aspetti più brutali del regime. Alcuni negarono qualsiasi responsabilità personale per i crimini.
Il 1° ottobre 1946 il tribunale emise i suoi verdetti: 12 imputati furono condannati a morte. Hermann Göring si suicidò prima dell’esecuzione, mentre gli altri, tra cui Göring, Ribbentrop, Keitel e Kaltenbrunner, furono impiccati il 16 ottobre 1946.
Soltano 3 furono assolti, tra cui Hjalmar Schacht, un economista e banchiere. Altri furono condannati a pene detentive: Rudolf Hess fu condannato all’ergastolo, mentre altri, come Albert Speer (ministro degli armamenti) e Karl Dönitz (comandante della Marina), ricevettero pene detentive inferiori.
Oltre al principale processo contro i leader nazisti, vi furono altri 12 processi a Norimberga, che giudicarono specifiche categorie di criminali:
- Processo ai medici nazisti, accusati di esperimenti medici sui prigionieri e di eutanasia forzata.
- Processo ai giudici e giuristi nazisti, che avevano contribuito alla creazione delle leggi razziali e sostenuto il sistema di oppressione.
- Processo ai funzionari delle SS e delle SA, responsabili della gestione dei campi di concentramento.
- Processo agli industriali, come Fritz Thyssen e Alfred Krupp, che avevano sostenuto economicamente il regime e sfruttato il lavoro forzato.
I principi legali stabiliti a Norimberga, tra cui la definizione di crimini contro l’umanità e l’inammissibilità della difesa basata sull’ordine superiore, hanno influito profondamente sul diritto internazionale moderno e sono stati utilizzati come base per altri importanti processi per crimini di guerra.
Il Processo di Norimberga è stato un evento spartiacque nella storia del diritto internazionale. Ha stabilito che i leader di uno Stato possono essere ritenuti personalmente responsabili per i crimini commessi sotto il loro regime, anche se agiscono sotto ordini superiori. Ha inoltre istituito i principi che avrebbero guidato la creazione di tribunali penali internazionali, come il Tribunale per l’ex Jugoslavia e quello per il Ruanda, e infine la Corte Penale Internazionale (ICC) nel 2002.
Il Processo di Norimberga ha rappresentato un momento cruciale nella storia del XX secolo e nel percorso verso la giustizia internazionale. Nonostante alcune critiche mosse all’epoca per presunti elementi di “giustizia dei vincitori”, il processo è stato un passo fondamentale per il riconoscimento della responsabilità individuale per crimini contro l’umanità e per la costruzione di un ordine giuridico internazionale fondato sui diritti umani.