La battaglia di Waterloo, una delle più combattute e sanguinose battaglie delle guerre napoleoniche, fu uno dei momenti decisivi della storia europea. L’ultima battaglia di Napoleone segnò la sua definitiva sconfitta e cambiò le sorti dell’Europa. Questa fu infatti l’ultimo tentativo di Napoleone Bonaparte di riconquistare il potere, dopo il suo esilio all’Isola d’Elba. Avvenne il 18 giugno 1815 nelle campagne vicino alla cittadina di Waterloo, in Belgio, a circa 15 km a sud di Bruxelles.
Dopo l’abdicazione e il primo esilio all’Elba nel 1814, Napoleone riuscì a tornare in Francia nel marzo del 1815, un periodo noto come i “Cento Giorni”, durante il quale riconquistò il potere. Le potenze europee, che avevano sconfitto Napoleone l’anno precedente, formarono una nuova coalizione per fermarlo una volta per tutte.
Napoleone, che contava una forza di 74.000 uomini, sapeva che doveva agire rapidamente, prima che le forze della Settima Coalizione formata da 67.700 unità (composta principalmente da britannici, prussiani, olandesi e altre potenze europee) potessero unificare le loro truppe.
A Waterloo le truppe di Napoleone affrontarono le forze della coalizione sotto gli ordini del comandante britannico, il duca di Wellington, e del maresciallo prussiano Gebhard von Blücher. L’esercito francese comandato da Napoleone Bonaparte era composto da veterani della Guardia Imperiale e da nuove reclute.
Se Napoleone avesse vinto a Waterloo, lo scenario politico europeo sarebbe stato profondamente diverso. Anche se è difficile prevedere con certezza le conseguenze a lungo termine, si possono delineare alcune ipotesi plausibili. Napoleone avrebbe probabilmente rafforzato il proprio controllo sulla Francia, consolidando il suo regime. Egli avrebbe cercato di presentarsi come un pacificatore, ma anche come il difensore del nazionalismo francese contro le monarchie europee.
La battaglia di Waterloo del 18 giugno 1815 in solo otto ore di combattimenti provocò per l’esercito francese dai 25.000 ai 27.000 morti, 8.000 feriti, 10.000 prigionieri e circa 8.000 o10.000 disertori. Mentre per la coalizione nemica conteggiò 28.000 morti, 14.600 feriti e 4.700 dispersi, determinando così una delle battaglie più sanguinose della storia del continente europeo.
L’Europa entrò in una nuova fase politica, caratterizzata da un forte desiderio di stabilità e restaurazione dell’ordine monarchico pre-napoleonico. La sconfitta di Napoleone segnò la fine delle guerre napoleoniche, e il Congresso di Vienna (1814-1815) fu il principale strumento per ridefinire l’assetto politico del continente.
Il Congresso di Vienna fu dominato dai principi conservatori di restaurazione monarchica e di repressione delle idee liberali e nazionaliste, che si erano diffuse durante l’epoca napoleonica e la Rivoluzione Francese. Questo processo fu noto come Restaurazione.
Uno degli obiettivi principali delle potenze vincitrici (Austria, Prussia, Russia e Gran Bretagna) era ripristinare le monarchie legittime, crollate a causa delle conquiste napoleoniche e della Rivoluzione francese. Soprattutto l’Austria e la Russia, paesi fortemente conservatori, cercarono di soffocare i movimenti che aspiravano a governi costituzionali o all’indipendenza dei vari stati.
Dopo Waterloo, la Francia non fu punita eccessivamente dalle potenze vincitrici. Il trono di Luigi XVIII fu restaurato, ma non vi furono smembramenti nel territorio francese, anche se furono imposti limiti militari. La Francia fu integrata nel sistema internazionale con l’obiettivo di evitare future rivoluzioni, e le potenze vincitrici mantennero una presenza militare temporanea per garantire la sicurezza.
La Gran Bretagna uscì dalle guerre napoleoniche come la grande vincitrice. Era l’unica potenza che non aveva subito invasioni nel suo territorio ed era riuscita a mantenere la sua supremazia navale. Dopo Waterloo, consolidò ulteriormente il suo Impero coloniale in progressiva espansione.
L’obiettivo principale del Congresso di Vienna fu quello stabilire un equilibrio di potere tra le principali nazioni europee, per evitare che una sola potenza potesse dominare il continente come aveva fatto la Francia sotto Napoleone.