Gli agricoltori ed allevatori alzano la voce in Sicilia sono ridotti allo stremo. L’aumento generalizzato del costo del gasolio agricolo, dei concimi, dei mezzi e di tutti i materiali necessari al lavoro hanno messo in ginocchio l’intero settore. Decine di migliaia di lavoratori agricoli in tutta “La Sicilia alza la voce”. E’ stato lanciato il grido e organizzato dei presidi in diversi punti dell’isola per coordinare e organizzare la mobilitazione generale del comparto.
I lavoratori del settore hanno sottolineato come, a causa dei prezzi stracciati a cui vengono venduti i loro prodotti, riescano a stento a rientrare nelle spese, trovando notevoli difficoltà nel vivere del proprio lavoro. Gli agricoltori e gli allevatori con i loro interventi si sono fortemente opposti alle politiche portate avanti dai governi regionali, nazionali ed europei, che silenziosamente assistono alla totale estinzione del settore, mentre continuano a favorire l’importazione di prodotti esteri di bassissima qualità a un prezzo che non permette alle aziende siciliane di competere.
Un altro tema emerso è quello della nuova PAC, ufficialmente approvata dalla Commissione europea. Essa introduce obblighi e condizionalità che disincentivano l’attività di produzione primaria, spingendo le piccole imprese ad abbandonare il settore agricolo, servendosi della falsa retorica di tutela dell’ambiente, come l’esempio degli eco-schemi che tolgono superficie alle colture di grano e al pascolo.
Ha trovato spazio anche una riflessione sul fenomeno che sta registrando la svendita di numerosi terreni agricoli alle multinazionali per la costruzione del cosiddetto “agro-fotovoltaico”, che ogni anno sempre trasforma le nostre terre in specchi d’acciaio da cui estrarre energia da esportare.