L’Anno Santo: dalle origini al Giubileo della Speranza del 2025

Il 2025 sarà un anno particolare per la Chiesa Cattolica e la città di Roma: si celebra il Giubileo della Speranza, e milioni di fedeli in tutto il mondo si riverseranno nella Città Eterna.
Il Giubileo è un evento che conduce a una riflessione spirituale. In particolare il Giubileo della Speranza mira a guidare i fedeli verso la riconciliazione e l’impegno verso un domani migliore.

Il Giubileo del 2025 è il primo del nuovo millennio. Si distingue da quello straordinario della Misericordia (del 2016) per il suo messaggio: rivolto non solo ai cattolici, ma a tutta l’umanità. Il tema scelto, la Speranza, riflette il bisogno universale di rinnovare la fiducia nel futuro. Soprattutto in un’epoca segnata da sfide globali come i cambiamenti climatici, le disuguaglianze sociali, le crisi politiche e le guerre.

Le origini del Giubileo

Non tutti sanno che il Giubileo è un’antica usanza che deriva dalla cultura ebraica. Secondo l’Antico Testamento, Dio creò il mondo in 6 giorni e il settimo si riposò. Nella tradizione ebraica, il giorno di riposo era shabbat, il sabato, che i cristiani hanno sposato alla domenica (il romano solis dies, “giorno del sole”, che divenne il dies domini, “giorno del signore”, poi traslato nella parola dominica, dal quale deriva la nostra domenica ).

Oltre al giorno di riposo, la tradizione ebraica indica anche la pratica dell’anno di riposo, il cosiddetto anno sabbatico, che avveniva ogni 7 anni. Al termine del 49° anno (7 volte 7 anni sabbatici) veniva annunciato uno speciale anno sabbatico tramite il suono di un corno chiamato Yobel. Col passare del tempo, il nome del corno divenne Giobel, che in latino venne tradotto con la parola Jiubilaeus, dal quale deriva il termine italiano Giubileo.

Durante l’anno sabbatico non si lavorava, si liberavano prigionieri e schiavi, ai debitori si rimetteva ogni debito, e le terre non venivano coltivate. Al contrario, si faceva festa: si “giubilava”, appunto.

Alla tradizione del Giubileo ebraico si rifece Papa Bonifacio VIII che, con la bolla Antiquorum habet fida relatio, nel 1300 istituì il primo Giubileo cristiano. Secondo la bolla papale, durante l’Anno Santo i fedeli potevano ottenere l’indulgenza plenaria dai peccati commessi.

Tomba di Bonifacio VIII, Grotte Vaticane (foto di A. Patti)

Per guadagnare l’indulgenza, i fedeli avrebbero dovuto effettuare un pellegrinaggio a Roma. All’epoca v’erano due tappe fondamentali: la basilica di San Pietro e la basilica di San Paolo fuori le Mura, alle tombe dei due Santi martiri.

Papa Bonifacio VIII aveva stabilito che il Giubileo avrebbe dovuto tenersi ogni 100 anni. Ma nel 1350, Papa Clemente VI annunciò un nuovo Giubileo, aggiungendo una tappa al percorso del pellegrinaggio: la basilica di San Giovanni in Laterano.

Fu Papa Sisto IV, nel 1475, ad accorciare il lasso di tempo tra un Giubileo e l’altro: da 50 si passò a 25 anni. Lo stesso Pontefice introdusse anche la pratica del passaggio attraverso la Porta Santa, con la quale si apre l’Anno Santo.

Un ultima svolta si ebbe in occasione del Giubileo del 1575, annunciato da Papa Gregorio XIII. San Filippo Neri aumentò le tappe obbligatorie del pellegrinaggio romano, istituendo il cosiddetto “giro delle sette chiese”. Le sette chiese comprese nel giro erano le Basiliche Papali Maggiori (San Pietro, San Paolo fuori le Mura, San Giovanni in Laterano e Santa Maria Maggiore) e Minori (San Lorenzo fuori le Mura, Santa Croce in Gerusalemme e San Sebastiano fuori le Mura).

Il Giubileo oggi

Ancora oggi, il Giubileo è un Anno Santo nel quale si celebrano la grazia e la misericordia. Durante questo periodo, i cattolici sono invitati a intraprendere un percorso di rinnovamento spirituale, che culmina col pellegrinaggio a Roma.

La Bolla d’Indizione del Giubileo Spes non confundit, promulgata da Papa Francesco, stabilisce prescrizioni e linee guida per i pellegrini che vogliono ottenere l’indulgenza, con la remissione e il perdono dei peccati.

Tutti i fedeli, realmente pentiti e spinti dalla carità, devono sottoporsi al sacramento della Confessione, per poi andare in pellegrinaggio verso almeno una delle quattro Basiliche Papali Maggiori di Roma (dove sono state aperte le Porte Sante), in Terra Santa o in altre circoscrizioni ecclesiastiche.

In questi sacri luoghi, il fedele deve partecipare a un momento religioso: di preghiera, o di celebrazione, oppure di meditazione. Le ultime preghiere devono essere il Padre Nostro, la Professione di Fede e le invocazioni alla Madonna.

Successivamente, anche in altri luoghi sacri si potrà ricevere nuovamente l’indulgenza. Luoghi sacri a Roma (come le Basiliche papali minori) e nel resto d’Italia (come le due Basiliche di Assisi, quella della Madonna di Pompei, e tanti altri luoghi di culto).

Coloro che per motivi gravi non potranno andare a Roma o in Terra Santa, potranno guadagnare l’indulgenza se reciteranno il Padre Nostro e la Professione di Fede nelle loro diocesi. Le preghiere devono essere accompagnate dal desiderio di perdono e cambiamento.

Giubileo della Speranza 2025, Papa Francesco alla cerimonia di apertura della Porta Santa della Basilica di San Pietro, diretta Rai 1 del 24 dicembre 2024 (foto di A. Patti)

Celebrazioni ed eventi

Accanto alle celebrazioni religiose, il Giubileo della Speranza offrirà una serie di iniziative culturali e sociali, come mostre, concerti e progetti di solidarietà. L’impatto spirituale del Giubileo della Speranza del 2025 si tradurrà anche nella catalizzazione di iniziative caritative, con particolare attenzione ai poveri, ai migranti e alle minoranze fragili. Papa Francesco ha esortato le parrocchie e le diocesi di tutto il mondo a tradurre la speranza in azioni concrete di supporto e inclusione.

Senza contare il profondo impatto, economico e sociale, che il Giubileo della Speranza ha e avrà sulla città di Roma. La capitale è stata ed è ancora impegnata in una serie di progetti e cantieri, per la creazione di infrastrutture atte ad accogliere un flusso straordinario di visitatori.

Si ritiene che circa 35 milioni di persone andranno a Roma nel 2025, in occasione del Giubileo della Speranza. Certamente, questo produrrà effetti benefici per il settore turistico, alberghiero e commerciale.

Il Giubileo della Speranza del 2025 sarà anche un’occasione per valorizzare il patrimonio artistico e storico di Roma, attraverso restauri e aperture straordinarie di siti di interesse della Città Eterna. Ma, allo stesso tempo, rappresenta anche una sfida organizzativa per garantire la sicurezza e la sostenibilità dell’evento.

Lavori in corso a Piazza Risorgimento, Roma, Giugno 2024 (foto di A. Patti)

Il Giubileo della Speranza del 2025

La scelta di un tema universale, come la Speranza, è particolarmente significativa in un contesto globale di incertezze e divisioni, come quello nel quale viviamo. Papa Francesco sottolinea da tempo l’importanza di unire le persone mediante valori comuni, come la solidarietà, la giustizia e la pace. Il Giubileo della Speranza del 2025 diventa così un’opportunità per promuovere il dialogo interreligioso, la riconciliazione e l’impegno per un mondo più equo.

In un mondo frammentato, il messaggio di speranza e unità può ispirare un cambiamento profondo, basato sui valori del perdono, della misericordia e della giustizia. Il Giubileo della Speranza del 2025 non è solo un evento religioso, ma un appello rivolto al mondo, perché possa avere fiducia in un futuro migliore.

Il 2025 sarà dunque un anno nel quale tentare di riscoprire il valore dei legami umani, per guardare avanti con fiducia e lavorare insieme, ognuno nel proprio piccolo, affinché il mondo diventi luogo più solidale e accogliente. Come ha dichiarato Papa Francesco: “È bella la virtù della speranza; ci dà tanta forza per camminare nella vita” (Udienza Generale, 28 dicembre 2018).

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