Le origini della “questione della Catalogna”

La composizione politica della Spagna si è evoluta nel corso dei secoli, caratterizzandosi per la transizione da un insieme di regni medievali frammentati a una moderna monarchia parlamentare decentralizzata. Per comprendere la società spagnola è necessario conoscere le principali tappe della sua unificazione, con particolare riferimento alla Catalogna e alla sua ricerca di autonomia.

In età romana, la Spagna era abitata da diverse tribù iberiche e celtiche, successivamente romanizzate. La provincia romana della Tarraconensis includeva gran parte dell’attuale Catalogna. Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, i Visigoti stabilirono un regno centrato nella penisola iberica, pur mantenendo divisioni regionali. L’invasione musulmana del 711, portò alla frammentazione politica. La successiva espansione carolingia nella penisola iberica ha portato alla creazione della Marca Hispanica: una zona cuscinetto tra l’Impero Carolingio e l’Emirato di Cordova.

Dopo aver sconfitto i musulmani, Carlo Magno organizzò un sistema di difesa, con territori governati da conti fedeli all’Impero. Barcellona, conquistata dai Franchi nel 801, divenne il centro politico della regione.

Carlo Magno introdusse un sistema feudale basato sui conti nominati dall’imperatore. Chiaramente, Carlo Magno favorì l’influenza del cristianesimo con la riforma ecclesiastica e la costruzione di monasteri. E le istituzioni religiose diffusero la cultura carolingia, inclusa la scrittura carolina. Il declino carolingio, in seguito alla morte di Carlo Magno, comportò il fatto che le contee catalane iniziarono a governarsi sempre più autonomamente.

Carlo Magno ha avuto un ruolo fondamentale nella storia della Catalogna, influenzandone lo sviluppo feudale e la successiva indipendenza dai Franchi. Col sistema feudale imposto da Carlo Magno, la Catalogna si sviluppò come un insieme di contee semi-autonome, tra cui quella di Barcellona, Girona e Urgell. Dopo la morte di Carlo Magno, nel 988 il Conte Borrell II rifiutò di rinnovare la fedeltà ai Franchi, avviando il processo che portò alla nascita della Catalogna indipendente.

La Catalogna si unì al Regno d’Aragona nel XII secolo, formando una confederazione con istituzioni proprie, come le Corts Catalanes e le Constitucions Catalanes, che garantivano una notevole autonomia.

I Re Cattolici, Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia, unificarono la Spagna. Il loro matrimonio, nel 1469, unificò i due principali regni iberici, ma le strutture regionali, inclusa la Catalogna, mantennero una certa autonomia.

La Guerra di Secessione Spagnola (1701-1714) segnò una svolta per la Catalogna. Con la sconfitta catalana, nel 1716 il Re Filippo V promulgò i Decreti di Nueva Planta abolendo le istituzioni catalane e imponendo una forte centralizzazione.

Durante il XIX secolo, il Romanticismo catalano (Renaixença) e l’industrializzazione alimentarono un movimento culturale e politico che promuoveva la lingua e l’identità catalana.

Nei secoli successivi, ogni tentativo catalano di riaffermare la propria autonomia è stato percepito come una sfida all’autorità centrale. Questo ha alimentato un risentimento storico e una costante tensione con Madrid, la capitale della Spagna.

Durante la Guerra Civile Spagnola (1936-1939), la Catalogna sostenne il fronte repubblicano, ma fu duramente repressa dopo la vittoria del Generale Francisco Franco. Durante la dittatura franchista (1939-1975), la repressione culturale e politica rafforzò il desiderio di autonomia. L’identità catalana si basa su una lingua e una cultura distinte, da quella castigliana.Durante il regime franchista, l’uso pubblico del catalano fu proibito e la cultura catalana repressa, generando un forte sentimento di resistenza.

Fin dal XIX secolo, la Catalogna è stata uno dei principali motori economici della Spagna, grazie alla sua industrializzazione precoce, in particolare nei settori tessile e commerciale. I catalani sostengono di contribuire al bilancio dello Stato spagnolo più di quanto riceva in ritorno. Uno squilibrio che ha alimentato il sentimento di ingiustizia e l’idea che i catalani finanzino le regioni meno sviluppate del paese.

Ancora oggi, la promozione della lingua catalana nelle scuole e nei media è oggetto di tensioni con il governo centrale, che ha cercato di ridurre il predominio del catalano in favore del castigliano.

La Catalogna ha ottenuto ampie competenze in materia di istruzione, sanità e cultura. Lo Statuto d’Autonomia del 2006, che ampliava ulteriormente la sua autonomia, fu parzialmente annullato nel 2010 dalla Corte Costituzionale, causando tensioni. Nel frattempo, la crisi economica del 2008 ha esacerbato le tensioni, poiché molte dinamiche catalane hanno attribuito la responsabilità alla cattiva gestione di Madrid.

Questa è stata solo l’ultima motivazione che ha spinto i catalani a vedere nell’indipendenza come una possibile soluzione per gestire meglio le proprie risorse. Per questo, negli ultimi decenni del secolo, nacquero movimenti autonomisti e nazionalisti.

Molti catalani si percepiscono come parte di una nazione distinta dalla Spagna, con una storia, una lingua e una cultura proprie. A partire dagli anni 2010, l’indipendentismo si è consolidato come movimento popolare, grazie alla mobilitazione di massa e al sostegno delle istituzioni locali. L’idea che la Catalogna possa governarsi meglio da sola è diventata centrale nella retorica indipendentista.

Questa movimentazione popolare ha portato al Referendum non vincolante del 2014 e al Referendum sull’indipendenza del 2017. Nonostante quest’ultimo sia stato dichiarato incostituzionale dalla Corte Suprema spagnola, dopo il referendum, il governo catalano ha dichiarato l’indipendenza dallo Stato di Spagna, ovviamente non riconosciuta.

Oggi la Catalogna è una comunità autonoma facente parte della Spagna. Nonostante i suoi ampi poteri, le tensioni tra il governo regionale e quello centrale rimangono. La questione dell’indipendenza divide la popolazione catalana e continua a essere un tema di dibattito politico.

Il desiderio di indipendenza catalana è il risultato di una lunga storia di conflitti tra centralizzazione e autonomia, arricchita da fattori culturali, economici e politici. Ancora oggi, la Catalogna vede la propria autonomia come un diritto storico e una soluzione alle tensioni con il governo centrale di Madrid.

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