Phos io sono Fuoco: uno spettacolo al Tempio di Segesta

Phos io sono Fuoco è uno spettacolo nel quale il Fuoco stesso si racconta, all’interno del Tempio di Segesta. È un Fuoco amico che narra la sua storia, il mito, il suo legame con l’Uomo. È un’entità che invita il pubblico a rispettarlo e a comprendere appieno il suo valore.

Ogni estate vado a vedere almeno uno spettacolo al Teatro Antico di Segesta, che ospita annualmente una rassegna teatrale ricchissima. Negli ultimi anni, ho notato come dalla sommità della collina dell’Acropoli si vedessero in lontananza i fumi degli incendi che ogni estate devastano la mia isola. Ma l’anno scorso è stato diverso.

Fino al 25 luglio 2023 il Tempio di Segesta era immerso in un’area verde, circondato da alberi. Oggi questi alberi non esistono più. Perché lo scorso anno un incendio ha devastato l’area intorno al Parco Archeologico di Segesta, distruggendo ettari di vegetazione e mettendo a rischio lo stesso Tempio.

Oggi il Tempio di Segesta spicca nel paesaggio collinare. Ed è adornato con un’installazione artistica facente parte del progetto Texere come fili nell’insieme, di Silvia Scaringella. 1.250 metri di stoffa, ricamata dalle donne di Calatafimi, avvolgono alcune colonne.

Dall’incendio è nato anche lo spettacolo Phos io sono Fuoco. Si tratta di un videomapping proiettato all’interno del Tempio di Segesta, sulle colonne del peristilio, l’architrave e il timpano occidentali. Luci, suoni e musica, si uniscono alla recitazione di Dario Muratore, che ha scritto e interpretato il racconto del Fuoco.

La scoperta del fuoco rappresenta probabilmente uno degli eventi più straordinari nella storia dell’Umanità. L’abilità di utilizzarlo si è rivelata essenziale per la sopravvivenza e lo sviluppo intellettuale dell’essere umano. Grazie al fuoco, la nostra specie ha imparato a cucinare i cibi, a illuminare e riscaldare gli spazi, a proteggersi e a fabbricare oggetti di varia forma, dimensione e funzione. Questo ha permesso il passaggio da uno stile di vita nomade di cacciatori-raccoglitori a uno stanziale, dando così origine alla nostra civiltà. Proprio attorno al fuoco, usato per riscaldarsi, che le comunità di tutto il mondo hanno cominciato a riunirsi, per compiere riti e raccontare storie.

Il fuoco è uno degli elementi naturali più potenti e un simbolo poliedrico, che può assumere significati positivi e negativi. Simbolo di forza vitale ed energia purificatrice, così come di morte e distruzione. È stato rappresentato sia come un potere benevolo e “domato”, sia come un elemento violento e devastante.

La sua natura polisemica fece sì che, all’interno dello stesso pantheon, diverse divinità lo abbiano interpretato in modi differenti. Nel mondo greco, Efesto era il dio del fuoco con una duplice natura, sia distruttiva che creativa; mentre Hestia era la dea del focolare domestico. A Roma, il focolare più sacro era quello dedicato alla dea Vesta (una fiamma perpetua che simboleggiava Roma, l’identità romana e la garanzia dell’eterna esistenza della città); mentre Vulcano era la divinità associata al fuoco distruttivo e alla forza guerriera.

Il fuoco è spesso associato all’energia vitale, al calore e alla luce. Nelle antiche civiltà, come quelle greca e romana, il fuoco era considerato un dono degli dèi. E nello spettacolo, il Fuoco ricorda il mito del titano Prometeo. Colui che rubò il fuoco agli dèi per donarlo agli Uomini, le creature mortali che tanto amava.

La luce del fuoco veniva frequentemente paragonata a quella del sole. E al sole è legato un altro mito ricordato dal Fuoco, quello di Fetonte. Il giovane che, per dimostrare di essere figlio di Elio, dio del sole, dimenticò i suoi limiti mortali. Egli pretese di guidare il carro del sole, e si avvicinò tanto alla terra da provocare un disastro.

Nonostante la sua capacità di creare e sostenere la vita, il fuoco ha anche un lato distruttivo. Le cronache odierne ce lo dimostrano: le fiamme possono devastare intere foreste, i fuochi delle armi generano violenza e morte. Lo stesso fuoco che ha sostenuto l’Uomo nel suo cammino verso la civilizzazione, allontanandolo dalla condizione animale, viene oggi usato per distruggere la nostra terra.

Tuttavia, anche questo aspetto distruttivo ha una valenza simbolica positiva. Alcuni semi di piante germinano solo dopo essere stati esposti al calore delle fiamme. La distruzione causata dal fuoco può essere il preludio di una nuova nascita.

Questo è il messaggio, forte e commovente, che lo spettacolo lascia allo spettatore: il fuoco è uno strumento, siamo noi, esseri umani, a decidere come usarlo. E dalle ceneri può scaturire linfa nuova, che darà vita a persone più consapevoli delle conseguenze delle loro azioni.

Il progetto sperimentale Phos io sono Fuoco è un esempio di come le nuove tecnologie possano sposare i monumenti antichi. Per valorizzare il nostro patrimonio culturale possiamo trarre ispirazione anche da un evento traumatico. Un progetto di valorizzazione culturale con un forte messaggio etico. Il fuoco può dare vita se impiegato correttamente, può invece essere uno strumento di morte, guerra e devastazione se usato per fare del male.

L’installazione multimediale immersiva è stata creata con l’utilizzo di tecnologie di ultimissima generazione dalla Odd Agency. L’impresa leader nel settore ha realizzato opere di video-storytelling anche in occasione del 400esimo Festino di Santa Rosalia a Palermo. Lo spettacolo ha debuttato l’1 luglio 2024 e, almeno per il momento, andrà avanti fino al 28 agosto, con due rappresentazioni ogni sera (alle 21.20 e alle 22.20).

Foto di Antonietta Patti

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